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Quartetto Jerusalem: l’incanto cameristico 

La sera del 19 febbraio Unione Musicale ha portato sul palco dell’auditorium del Conservatorio «Giuseppe Verdi» il Quartetto Jerusalem. Il quartetto israeliano, composto da Alexander PavlovskySergei BreslerOri Kam e Kyril Zlotnikov, vanta una storia trentennale: formatosi infatti nel 1993, ha debuttato per la prima volta nel 1996. 

La serata ha visto l’esecuzione di un programma che includeva epoche e stili diversi, dal classicismo di Mozart alla modernità inquieta di Šostakovič, fino al calore espressivo del romanticismo del quintetto di Brahms. Quest’ultimo ha incluso la partecipazione della clarinettista Sharon Kam, nota protagonista del panorama cameristico ed ospite dei principali festival internazionali, si dedica non solo alla musica classica, ma spazia anche verso il jazz. 

Quando si spengono le luci dell’auditorium ed entrano i quattro musicisti, comincia la magia.
La serata si apre con Wolfgang Amadeus Mozart ed il Quartetto in do maggiore per archi K.465 (Le Dissonanze), ultimo di un ciclo di sei quartetti che Mozart dedicò ad Haydn, chiamato così per l’introduzione di armonie insolite per l’epoca nel primo movimento. Il violoncello fa strada, seguito a turno dagli altri componenti, instaurando un’atmosfera cupa e misteriosa.

Bastano poche battute per cogliere le capacità degli strumentisti. Attraverso la loro coesione nel suonare riescono ad esaltare questo capolavoro mozartiano. Ogni movimento è stato curato nel minimo dettaglio espressivo: Pavlovsky, primo violino, ci ha mostrato la sua cantabilità espressiva, mentre il violoncellista K. Zlotnikov rispondeva con passaggi di scrittura simile, creando un dialogo musicale di grande suggestione. Il suono è elegante e dinamico, i fraseggi legati tra di loro fanno capire perfettamente l’intenzione del compositore.

Nell’ultimo movimento, i musicisti non si risparmiano nell’intensità dell’esecuzione, riuscendo a renderlo frizzante nelle sue diverse riprese variate, diventando come un corpo unico e suscitando nella conclusione un immediato applauso, fortissimo, da parte di tutto il pubblico. 

Il panorama sonoro cambia totalmente con una delle ultime composizioni di Dimitrij Šostakovič: il Quartetto n° 12 in re bemolle minore per archi op.133. Il violoncello apre con una scala progressiva ascendente, la protagonista del primo movimento, che verrà infatti ripresa da ciascun componente. I musicisti ci hanno fatto entrare nel loro mondo, esaltando in modo eccellente le dinamiche creando tensioni per poi liberarle, scambiandosi sguardi che facevano sentire ancora di più la loro coesione. Successivamente il discorso cambia, dando vita ad impulsi che caratterizzano il secondo movimento con accenti forti e pizzicati precisi. Il violoncellista emerge nuovamente nelle piccole cadenze: un suono deciso, un vibrato forte dalla sensibilità travolgente. È un movimento davvero arduo, ma l’esecuzione è impeccabile. Il pubblico manifesta entusiasmo applaudendo nuovamente in modo energico. 

foto da Unione Musicale, Sharon Kam

Nell’ultima parte del programma i musicisti hanno suonato il Quintetto in si minore per clarinetto e archi op. 115 di Johannes Brahms, con l’ospite Sharon Kam. In questo caso esordiscono i due violini, e basta questo attacco per coglierne l’espressività: sembrano collegati da un filo. La clarinettista si è fatta riconoscere con il suo suono corposo e tondeggiante: una bellissima scoperta.

A seguire il clarinetto viene sostenuto dagli archi: quando inizia a dialogare con il primo violino sembra essere stati catapultati in una favola.

Ricevono ancora una volta grandi applausi, e così decidono di regalarci un bellissimo bis: se hanno iniziato con Mozart, come ha detto la clarinettista Sharon Kam non potevano non finire con lui. Ci suonano, dunque, con altrettanta maestria, il Quintetto per clarinetto e archi in la maggiore K. 581 di Mozart.

Il Quartetto Jerusalem è riuscito ad esaltare questi capolavori cameristici: si percepisce con chiarezza l’intesa unica che hanno saputo creare negli anni, e che si traduce in esecuzioni magistrali dal sound affilatissimo. Una favolosa serata musicale che sicuramente in molti porteranno nel cuore. 

A cura di Francesca Modoni