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Una prova d’amore per la De Sono: Federico Gad Crema

C’è chi il 14 febbraio festeggia San Valentino con cuori e fiori, chi guarda Sanremo sotto le coperte, e poi ci siamo noi che scegliamo di vivere una serata diversa, immersi nella magia della musica dal vivo. Una musica classica che celebra l’amore, che è capace di arrivare dritta al cuore e regalarci una dolce carezza.

È proprio questo che la De Sono, il 14 febbraio, ha voluto portare sul palco del Teatro Vittoria di Torino: note di tre grandi compositori – Schumann, Skrjabin, Debussy – che celebrano l’amore e la fantasia, due valori fondamentali nella vita di ciascuno. La presenza del pubblico è una «prova d’amore per la De Sono», afferma il direttore artistico Andrea Malvano, ma c’è qualcosa di più: la sala gremita e i biglietti esauriti sono la testimonianza che la musica dal vivo (fortunatamente) è al di sopra di ogni cliché.

Foto da cartella stampa, Federico Gad Crema

Protagonista della serata Federico Gad Crema, giovane pianista classe ’99, riconosciuto a livello internazionale e insignito, nel 2013, del premio “Cavalierato Giovanile” per i suoi meriti artistici. Tra il 2021 e il 2023, con il sostegno della De Sono, ha perfezionato i suoi studi conseguendo un Master a Ginevra. Vincitore di numerosi concorsi internazionali, si è esibito insieme a direttori quali David Coleman, Ricardo Castro e Roberto Abbado e, nel 2023, ha fondato il Peace Orchestra Project, un progetto che utilizza la musica come strumento di integrazione sociale.

Federico Gad Crema è il perfetto interprete della doppia anima di Schumann, un po’ Eusebio – delicato – e un po’ Florestano – virtuoso, esuberante. Il concerto, aperto dalla Fantasia op. 17, è stato un incontro straordinario tra virtuosismo e lirismo. Fin dalle prime note, Crema ha dimostrato di essere in perfettamente in sintonia con il compositore, rivelando tensione e profondità emotiva.

I tasti del pianoforte perdono la loro consistenza rigida per trasformarsi in un materiale morbido, soffice, in cui le dita di Crema affondano con leggerezza anche nei passaggi più energici e vigorosi. Il suo tocco è caratterizzato da una morbidezza che emerge anche nei ritmi più vivaci.   

La mano sinistra accompagna con un ritmo incalzante e irregolare – come un battito irrequieto del cuore – la melodia appassionata e piena di tensione della mano destra, passando da momenti di calma malinconica a momenti passionali con improvvise esplosioni sonore e intensi crescendo.

Foto da cartella stampa, Federico Gad Crema

Con il secondo movimento, il più festoso, Crema dimostra la sua grande abilità tecnica, da iper-virtuoso, con ampi spostamenti sulla tastiera ed effetti di sfasamento temporale: un continuo inseguirsi di mano destra e sinistra.
Si sa che le sezioni più energiche e virtuosistiche sono anche quelle che spesso generano gli applausi e, anche in questo caso, il pubblico non è riuscito a trattenersi prima della fine del trittico.

Con Images di Debussy, la ricerca timbrica che caratterizza il compositore emerge in tutte le sue forme. Crema, nella prima sezione Reflets dans l’eau, riesce a restituire con la sua delicatezza e passionalità il flusso sonoro dell’acqua, trasportando l’ascoltatore in un mondo immaginifico, sospeso e lontano. Ogni nota sembra evocare paesaggi incantati, ispirati all’Oriente, le cui sonorità venivano spesso ricercate dallo stesso compositore.

Dopo la pausa più intima e riflessiva con Debussy, arriva il finale impetuoso con la Fantasia op. 28 di Skrjabin. Il flusso dell’acqua si trasforma in un torrente di pensieri, emozioni e idee. Quasi senza alcuna struttura, i suoni vibrano nel corpo del pianista e nell’aria che avvolge la sala, lasciando il pubblico estasiato dalla sua performance che ha saputo unire tecnica e passione. Ogni gesto e movimento del corpo sembrava un’estensione diretta della musica: l’energia e il trasporto passionale emergevano nelle sue improvvise inclinazioni della testa, negli occhi chiusi e nelle espressioni rapite del viso.

Federico Gad Crema ha trasformato la sala del Teatro Vittoria in un contenitore di passioni, sentimenti ed energia. La capacità di fondere abilità tecnica e sensibilità emotiva ha dato vita ad un concerto trascendente che ha trasportato il pubblico in una realtà emozionale avvolgente.

A cura di Ottavia Salvadori