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Marta Del Grandi in concerto a sPAZIO211

È una cantautrice, è in tour da un anno e mezzo, canta in inglese e suona la chitarra… potrebbe essere Taylor Swift, ma si tratta di Marta Del Grandi, che ha infine concluso la sua ​​tournée sabato 15 marzo allo sPAZIO211. L’esibizione, inizialmente in programma a fine febbraio e poi rimandata per motivi di salute, è diventata l’ultima tappa di un lungo giro tra nazioni e continenti diversi con al centro lo stesso viaggio interno, quello dentro il suo album Selva, pubblicato nel 2023 e già candidato alla targa Tenco opera prima.

Apre la serata Giulia Impache, compositrice e cantante torinese, che lo scorso gennaio ha pubblicato IN:titolo, il suo primo disco. L’artista, in compagnia del chitarrista Jacopo Acquafresca, ha presentato i brani principali dell’album in versione ridotta in un palco illuminato di viola psichedelico che ben si coniuga con la sua musica intima, sorprendente e accidentale.

Foto a cura di Michela Talamucci per polveremag.it

Rapido cambio di scena e vediamo subito salire Marta e i musicisti Vito Gatto al violino e Gabriele Segantini alle percussioni. Il pubblico tende ad avvicinarsi per trovare un punto di vista migliore, il chiacchiericcio di fondo svanisce, nel silenzio inizia la magia. La presenza sul palco di Marta è magnetica, il suo lungo abito verde si staglia tra i fumi leggeri del palco/selva, tra il pubblico c’è chi canta a memoria i versi delle canzoni e chi si abbandona al ritmo ammaliante dei primi brani.

Foto a cura di Michela Talamucci per polveremag.it

Ma a un certo punto Marta libera il microfono dall’asta e inizia a muoversi con gesti rigidi e spezzati, si volta continuamente da parti opposte e ci fissa sempre di più.

Con le esecuzioni di “Good Story” e “First Swim, A Water Chant” riesce a esprimere al massimo le sue doti vocali e l’ottima sinergia con i musicisti. Ripesca anche alcuni brani dal suo primo EP Untile We Fossilize, per poi dedicare “Stay” a una donna del pubblico, su una richiesta fatta via Instagram dalla fidanzata. Marta interagisce in modo spontaneo col pubblico, con battute che creano un clima amichevole: si scherza sul cantare in inglese in Italia, d’altronde Elisa lo fa da sempre. C’è anche tempo per reinterpretare da capo a coda un classico di De Andrè come “Hotel Supramonte” senza avere nostalgia dei tempi passati, ma in modo semplice e libero. 

Foto a cura di Michela Talamucci per polveremag.it

Gli applausi si fanno sempre più lunghi e calorosi, il pubblico, nonostante la lunga giornata di pioggia, è qui per farle sentire un affetto sincero. Marta conclude con un breve discorso di ringraziamento e un invito a sostare dopo la fine del concerto, un buon modo per confrontarsi e dialogare tutti insieme. La conclusione di un capitolo, speriamo che il prossimo inizi prima possibile.

Alessandro Camiolo

Stefano Bollani e Valentina Cenni: ospiti speciali per la serata finale del Premio Gianmaria Testa

Il 9 marzo 2025, al Teatro Fonderie Limone di Moncalieri, la musica d’autore ha trovato il suo palcoscenico ideale con la serata finale della Quinta edizione del Premio Testa – Parole e Musica. Un evento intenso e ricco di emozioni, che ha visto giovani talenti omaggiare l’indimenticabile cantautore Gianmaria Testa, attraverso esibizioni originali e reinterpretazioni vibranti, sotto lo sguardo attento di una giuria prestigiosa e accompagnati da ospiti d’eccezione: Stefano Bollani e Valentina Cenni.
La serata prevedeva la consegna di due premi: il premio Testa per la miglior canzone inedita e il premio per la miglior esecuzione di un brano di Testa selezionata da una giuria autorevole diretta da Eugenio Bennato.

A dare inizio alle esibizioni è stato Manuel Apice, cantautore ligure già vincitore di premi come il Fabrizio De André o il Bindi. Per inaugurare la serata ci presenta prima una cover del brano “Biancaluna” di Testa che dà il via alle esibizioni.
A seguire Alessandro Sipolo, artista lombardo spesso in viaggio per il mondo, fa riemergere uno stile musicale che ci trasporta nel continente americano da nord a sud: un vero e proprio viaggio musicale estremamente coinvolgente.
ll terzo cantautore presentato è Fabio Schember, classe ‘98, ci presenta delle interpretazioni tipicamente Mediterranee. Con l’uso di strumenti come l’oud turco o i tamburi muti propone una fusione tra la musica delle sponde nord del mediterraneo con quelle del sud-est, ricreando sonorità veramente interessanti.
Alessio Alì, cantautore calabrese, è il più giovane tra i candidati e predilige la semplicità rispetto alla ricerca musicale presente nei cantautori precedenti, caratteristica che lo accomuna con l’ultimo candidato: Mizio Vilardi, unico artista ad esibirsi senza band, accompagnato solo dalla sua chitarra. Omaggia le sue origini pugliesi cantando metà in italiano e metà in dialetto molfettese.

Foto dal profilo Instagram @premiogianmariatesta , foto di Elisabetta Canavero

Dopo le esibizioni dei finalisti, la giuria si è riunita per decretare i vincitori, mentre il pubblico attendeva con trepidazione. A intrattenere gli spettatori è arrivato Stefano Bollani (che ha collaborato con Gianmaria Testa nel celebre spettacolo Guarda che luna) accompagnato dalla sua compagna Valentina Cenni. La loro performance ha preso avvio riprendendo lo stile della trasmissione Via dei matti n. 0, presentando reinterpretazioni di canzoni di Testa e altri brani internazionali, tutti legati alla sua vita.
Le esibizioni di Bollani, intervallate da momenti di pura improvvisazione pianistica jazz, hanno messo in luce la sua straordinaria abilità al pianoforte, permettendo al musicista di esprimersi liberamente. Per concludere, Bollani e Cenni hanno omaggiato le origini piemontesi di Gianmaria Testa con “La mia mama a veul ch’i fila”, una canzone ironica che ha suscitato ilarità e applausi entusiasti dal pubblico.

La serata finale del Premio Testa si è conclusa in un’atmosfera di festa e celebrazione, con i vincitori che hanno portato a casa il riconoscimento per il loro talento e la loro creatività. Mizio Vilardi, con la sua originale interpretazione di “Nuovo” tradotta per metà in dialetto molfettese, ha conquistato il premio per la miglior cover, mentre Alessio Alì ha brillato con la sua canzone inedita, “Paura di cambiare”, aggiudicandosi il premio principale.

Foto dal profilo Instagram @premiogianmariatesta , foto di Elisabetta Canavero


Il presidente di giuria, Eugenio Bennato, ha chiuso l’evento con due brani che hanno riempito il teatro di energia e ritmo con “Il mondo corre” e il celeberrimo “Ritmo di contrabbando”, salutando il pubblico a ritmo di taranta.
Questa edizione del Premio Gianmaria Testa non solo ha messo in luce nuovi talenti, ma ha anche reso omaggio a un grande artista che continua a ispirare generazioni. La serata si è rivelata un successo, promettendo un futuro luminoso per la musica d’autore italiana.

A cura di Marta Miron