Archivi categoria: Pop/Rock

Sanremo 2022 – Le pagelle della prima serata

La rinascita dopo la pandemia, i balletti di TikTok, la retorica un po’ anni ‘80 della canzone ballabile che nasconde un testo impegnato: così si presenta la 72° edizione del Festival di Sanremo. La conduzione artistica di Amadeus, che persevera e ci riprova per la terza volta, tenta di accontentare nonni e nipoti, tra vaghi ricordi di Dalla e autotune. 

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6 album per iniziare Bene il 2022

Il 2022 è arrivato e con esso anche gennaio, il mese che non passa mai. Ecco perché abbiamo pensato di cominciare quest’anno suggerendovi sei album che vi permetteranno di partire con il piede giusto, nella speranza di vivere qualche concerto in più e qualche pandemia in meno.

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Donda

Donda è finalmente qui, l’attesissimo decimo album di Kanye West è stato pubblicato domenica 29 agosto dopo una lunga campagna pubblicitaria, 3 listening sessions in pubblico ma soprattutto scandali e continui ritardi. Nulla di nuovo per Ye (ah sì, ora vorrebbe anche cambiare nome e farsi chiamare così). Dopo Yandhi, album mai pubblicato, e Jesus Is King, incentrato sulla fede del rapper, Kanye aveva annunciato l’uscita di Donda per luglio 2020, ma per circa un anno non se ne è saputo più nulla. Solamente a inizio estate 2021, in uno spot pubblicitario è comparso il brano “No Child Left Behind”, con l’annuncio di un listening event il 22 luglio al Mercedes Benz Stadium di Atlanta, dove Kanye ha annunciato che il disco sarebbe uscito quel giorno (cosa che ovviamente non è successa ma, ancora, nulla di nuovo). Dopo essersi trasferito dentro allo stadio per poter lavorare meglio, Kanye ha spostato la data al 5 agosto, data del secondo listening event ma (senza sorprendere nessuno ormai) l’album non è uscito quel giorno. L’uscita è stata ancora spostata al 27 agosto, giorno successivo al listening event di Chicago, sua città natale, ma ovviamente non è stato così. Finalmente, domenica 29 l’album è stato pubblicato con una semplicissima cover nera ma non senza un ultimo scandalo: in un post su Instagram Kanye ha annunciato che l’album è stato pubblicato da Universal a sua insaputa, seminando il panico tra i fan, perché – conoscendo con chi abbiamo a che fare – si temeva che l’album venisse rimosso dai vari servizi di streaming, cosa che per fortuna non è successa.

Ma l’album in sé, com’è? Vista la campagna pubblicitaria e quello che Kanye ha inscenato nei vari eventi (è letteralmente fluttuato via dal primo show, ha ricreato il suo matrimonio e una copia della sua casa d’infanzia all’interno dello stadio), non poteva di certo essere un flop e in effetti così non è stato. Donda sembra quasi tirare le somme della carriera di Kanye in tutta la sua varietà: ci sono beat che sembrano essere usciti da Graduation (“Believe What I Say” o “New Again”) ma anche vere e proprie bangers al passo coi tempi come “Off the Grid”; “Moon” sembra arrivare da My Beautiful Dark Twisted Fantasy, “Hurricane” ricorda quasi il synth pop di 808s & Heartbreaks e tornano a farsi sentire sonorità di Yeezus, The Life of Pablo ma anche il gospel di Jesus Is King, che funziona benissimo in un disco dove sono parecchio presenti temi come fede e spiritualità. Altre tematiche trattate sono ovviamente la madre Donda West, a cui è dedicato il disco, scomparsa nel 2007 e di cui compaiono diverse registrazioni nell’album o il recente divorzio con Kim Kardashian (“Lord I Need You”). Tornano vecchi collaboratori tra cui il produttore Mike Dean, The Weeknd, Travis Scott, Kid Cudi, Playboi Carti ma soprattutto Jay-Z, dopo che i due si erano allontanati per anni, mentre nuove collaborazioni come Marylin Manson e Dababy hanno fatto molto parlare di sé, dato che entrambi sono stati al centro di diversi scandali negli ultimi tempi.

Ancora una volta Kanye è riuscito a far parlare di sé per un motivo o per l’altro, pubblicando un disco sicuramente all’altezza delle aspettative e in sintonia con quanto fatto finora, e ancora una volta non resta che interrogarci su cosa sarà in grado di fare in futuro, visto che ormai sembra non avere limiti.


BLACK MIDI @TODAYS FESTIVAL

Tornare a un concerto dopo più di un anno e mezzo è stata un’esperienza quasi surreale, ma norme anti-Covid e posti a sedere a parte è stato un ritorno a una semi-normalità quasi necessario. E quale miglior modo per tornare alla musica dal vivo se non coi black midi, freschi del secondo album che li ha confermati come uno dei più interessanti gruppi rock degli ultimi 2-3 anni?

Foto: TODAYS Festival

TODAYS Festival, tenutosi allo Spazio 211 dal 26 al 29 agosto, è arrivato alla sesta edizione e quest’anno tra gli artisti vantava nomi come Andrea Laszlo De Simone, I Hate My Village, black midi, Iosonouncane, The Comet Is Coming, Motta e Shame, giusto per citarne alcuni. La serata di venerdì 26 è iniziata con gli I Hate My Village, con un concerto davvero coinvolgente che sicuramente è servito a dare un bel mood alla serata, facendo tornare a provare emozioni ormai dimenticate da mesi e mesi.

Dopo un’intro fatta di feedback e basso distorto i black midi sono partiti in quarta con “953” e “Near DT, MI”, brani del primo album che sono stati suonati con così tanta energia da non far notare la mancanza del secondo chitarrista (attualmente in pausa dal gruppo per motivi personali). Lo stesso discorso vale per quelli dell’ultimo album, Cavalcade, come “John L” o “Slow”, eseguiti senza il reparto di fiati presente nel disco ma comunque di grande impatto. Notevoli inoltre gli inediti come “Sugar/Tzu” e i brani suonati alla chitarra acustica, che insieme alle varie jam, sono stati l’ennesima prova della creatività e delle capacità tecniche del gruppo, fra cui sicuramente spicca quella del batterista Morgan Simpson.

Foto: TODAYS Festival

Davvero uno show impressionante, suonato tutto d’un fiato senza pause o interazioni col pubblico, ma non sono mancati momenti ironici inseriti qua e là subdolamente nei brani, ai quali il gruppo ci ha già abituati in passato (Greep ha suonato il riff di “Sweet Child O’ Mine” durante la prima canzone). Una setlist quasi perfetta se non per la mancanza di “bmbmbm”, brano ormai diventato iconico tra i fan del gruppo.

Come accennato già prima, è stato fantastico poter tornare a un concerto, anche stare in coda al bar non mi è dispiaciuto, tuttavia è un periodo pieno di incertezze e non ci resta che sperare che le cose migliorino il prima possibile, perché vivere uno show del genere pogando a pochi metri dal palco e guardarlo da seduti purtroppo sono due cose diverse.



TOP 15 MAGGIO

I 15 migliori singoli del mese, secondo Musidams

Klan – Mahmood
Mahmood rapper, cantante, fashion blogger e ora ballerino di Parco Dora che fa battles di freestyle con la
sua crew. Adoro.
28/30

Bussdown – Jorja Smith, Shaybo
Jorja Smith ha sempre questo pregio di avvolgerti e immergerti completamente nella sua voce e nelle sue
canzoni. Seducente fino all’ultimo secondo.
27/30

Good 4 u – Olivia Rodrigo
Avril Lavigne incontra Taylor Swift e scrivono una canzone che ti fa tornare a quando avevi 15 anni e scrivevi sul tuo diario di quanto odiassi i tuoi genitori e amassi Luca/Lorenzo/Marta/Giulia. Da ascoltare
mentre gridi e salti sul letto con una spazzola in mano per microfono.
26/30

Malibu – Sangiovanni
Vincitore della categoria canto ad Amici 2021, protetto di Madame – con cui ha frequentato le superiori – ora pronto a partire a gennaio con un tour in tutta Italia. Brano estivo e catchy, ultimamente non ne
sbaglia una: i numeri parlano chiaro.
25/30

Heartbreak Anthem – Galantis with David Guetta & Little Mix
Queste canzoni sui cuori spezzati ti fanno salire come non mai la voglia di tornare a ballare e bere con i
tuoi amici in mezzo a qualche pista affollata. Mannaggia a sti dj che ti invitano a goderti la vita durante
una pandemia.
24/30

A cura di Ramona Bustiuc

Paradox – At The Gates
Dalla Svezia arriva una sana dose di pessimismo e fastidio targata At The Gates, maestri indiscussi del death melodico made in Gotheborg. La canzone in sé non si discosta dallo stile aggressivo e
trascinante tipico dei nostri, con Tomas Lindberg sugli scudi mentre rigurgita parole pregne di sentimento e rabbia. Se avete apprezzato il materiale degli scandinavi post reunion, questo brano saprà sicuramente soddisfarvi.
Voto: 26/30


Fear of the Fallen– Helloween
Il sogno bagnato di orde di metallari si sta per avverare. A giugno potremmo finalmente sentire il nuovo album delle Zucche di Amburgo con Andi Deris e Mikael Kiske dietro al microfono e il mitico Kai Hansen alla chitarra. La canzone, manco a dirlo, è perfetta come singolo: melodia a profusione, batteria ad elicottero e l’ amalgama tra i due cantanti è estremamente efficace e avvincente. Hype a mille per uno dei probabili dischi dell’anno.
Voto: 29/30


Brace for Impact– Flotsam and Jetsam
Eric A. K. e compagni deliziano i nostri padiglioni auricolari con l’ennesima ottima song a base di esplosivo thrash metal. Da un almeno un lustro non ce n’è per nessuno: questi veterani spaccano
sfornando a intervalli di tempo regolari brani ispirati, dimostrando di essere tra i gruppi invecchiati meglio all’interno della scena statunitense old school.
Voto: 28/30

Deificvs – Pestilence
Gli olandesi guidati dal geniale Patrick Mameli sono uno dei gruppi feticcio del sottoscritto. Il loro death metal, qui sublimato in un gradevolissimo mid-tempo, coniuga perfettamente marciume e tecnica in un mix pestilenziale e irresistibile. I rimandi coi synth che richiamano gli imprescindibili Spheres e Testimony of the Ancients, e va benissimo così.
Voto: 27/30

Priestly Vows – Paradox
Ecco a voi un assaggio del prossimo lavoro dei fin troppo sottovalutati thrasher tedeschi. Con tanto coraggio e un pizzico di sfrontatezza i nostri pubblicheranno l’inaspettato Heresy II, sequel musicale dell’omonimo lavoro uscito più di trent’anni fa e ormai oggetto di culto. Un buon antipastino a base di thrash da manuale, melodico e tecnico, nonché fedelissimo allo stile peculiare tipico dei Paradox. Da tenere d’occhio.
Voto: 26/30

A cura di Stefano Paparesta

Lewandowski VII – Ernia
Con l’aplomb che lo contraddistingue, Ernia sforna un singolo dal sapore old school per dimostrare che è fare le ballad è bello, ma le rime infuocate e il flow tagliente lo sono ancora di più.
Voto 28/30

Faccia Tosta – Tutti Fenomeni
Dall’alto della sua indie-trap-elettro-intellettualità, Tutti Fenomeni non ha nessuna intenzione di piegarsi ad un sound estivo e leggero, anzi: depressione e autotune vanno a braccetto.
Voto 26/30

Tony Montana (feat Gucci Mane) – Tony Effe
Trapper nostalgici che si asciugano la lacrimuccia per il ricongiungimento con Side a parte, “Tony Montana” è tra le tracce più potenti e riuscite del nuovo super atteso album da solista di Tony Effe che, in certi momenti delude, in altri stupisce positivamente.
Voto 27/30

Cronaca nera e musica leggera – Ministri
Chitarre, distorsori e cassa dritta: un throwback così forte ai primi anni 2000 che della prima scuola indie italiana si sente forte e chiaro.
Voto 25/30

Exuvia – Caparezza
Singolo dall’omonimo album, tra i più attesi dell’anno, soprattutto per i fan che aspettavano un segno dal lontano 2017. Indubbiamente elaborato e raffinato, come era prevedibile: esattamente quello che ci si aspetta da un artista come Caparezza.
Voto 24/30

A cura di Clarissa Missarelli

FROM BREBBIA WITH LOVE

Luci e ombre del nuovo album di Massimo Pericolo

Mentre il 50% dei fan della scena è impegnato con i meme su Dababy e i furti di volante a Tony Effe, l’altro 50% rievoca i bei tempi andati delle medie quando ci si inviavano le foto porno con il bluetooth nel retro del pullman in gita al Bioparco, sghignazzando in lungo e in largo da quando Massimo Pericolo ha postato la tracklist del suo secondo attesissimo album. Sì, perché per giorni e giorni prima dell’effettiva uscita del disco, tutto il focus si è concentrato sulla traccia feat. Salmo “Cazzo culo” che ha fatto così tanto ridere che tutto il resto è passato in secondo piano. Tipo il fatto che Massimo Pericolo ha sfornato un disco, con pochissimi featuring, dopo anni di inquietanti post Instagram in cui pareva volesse lasciare la musica da un momento all’altro e in cui confessava l’estrema difficoltà nello scrivere qualcosa che potesse anche avvicinarsi al capolavoro che è stato Scialla semper, che mette sempre d’accordo tutti.

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Sanremo 2021 – PAGELLE FINALI

È uno strano Sanremo questo. E no, non solo per l’auto parodia di Ibrahimovic che imita sé stesso e riesce comunque ad intrattenere più di Fiorello, e nemmeno perché è dovuta arrivare Francesca Michielin a ricordarci che siamo nel 2021, così de botto. È uno strano Sanremo perché manca qualcosa. Mancano gli abbracci, manca il red carpet, manca il pubblico. Anche se di quest’ultima assenza non si è accorto nessuno, dato l’innato brio da pomeriggio in bocciofila che caratterizza da sempre la platea dell’Ariston. E ora che la settimana santa sta per volgere al termine, si tirano le somme di questo quantomeno anomalo 71° Festival della canzone italiana. Sempre nel nome delle tre A: Amore, Amadeus, Achille Lauro.

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Le pagelle di sanremo 2021 – seconda serata

E anche la seconda serata del 71esimo Festival di Sanremo si è conclusa, dando spazio alle esibizioni degli ultimi 12 concorrenti di quest’edizione. Anche Irama – che inizialmente era stato escluso a causa di un tampone molecolare positivo appartenente a un membro del suo staff – è riuscito a prendere parte alla gara, anche se non totalmente dal vivo.

Vediamo dunque le pagelle di questa seconda parte del Festival, presentate sempre in ordine di esibizione:

Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato”
Orietta Berti torna alla carica con un abito sberluccicante e una canzone dal testo fra l’erotico e il cringe, con una linea melodica nello stile de “Il Volo”.
Voto: Premio del cuore/30

Bugo – “E invece sì”
Con un’intonazione degna di qualcuno a cui è stato appena tranciato un dito senza anestesia e un ciuffo in stile Justin Bieber nel 2013, Bugo decide di plagiare Battisti prolungando la nostra sofferenza all’infinito.
Voto: Andava meglio l’anno scorso/30

Gaia – “Cuore Amaro”
Pezzo radiofonico con un ritornello dal ritmo reggaeton, già pronto per scalare le classifiche. Carina, ma mi aspettavo di più.
Voto: 22/30

Lo Stato Sociale – “Combat Pop”
Qualche anno fa cantavano di passare una vita in vacanza, eppure non hanno rispettato l’impegno. Quindi ecco un tentativo di musica demenziale andato male. Malissimo.
Voto: 19/30

La Rappresentante di Lista – “Amare”
Discretamente bene, anche se l’originalità chiaramente non è una prerogativa di questa edizione del Festival.
Voto: 23/30

Malika Ayane – “Ti piaci così”
Tedio interminabile contornato da brillantini.
Voto: 18/30

Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti”
Canzone impeccabilmente sanremese ed orecchiabile, interpretata in modo ottimo. Top 7 assicurata.
Voto: 24/30

Extraliscio con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti – “Bianca Luce Nera”
Dopo oltre 60 anni, il ritmo dell’habanera torna a Sanremo più forte che mai. Evitabile tanto quanto il trio Cinquetti – Leali – Bella.
Voto: 21/30

Random – “Torno a te”
Caro Random, mi stai simpatico, sei giovane e ti voglio bene. Ma avresti dovuto prendere qualche lezione di canto in più. Forse più che qualcuna.
Provaci ancora Sam/30

Fulminacci – “Santa Marinella”
Piacevole, non si è snaturato, sicuramente una gioia in mezzo al mortorio di questa sera.
Voto: 25/30

Willie Peyote – “Mai dire mai (la locura)”
Come ogni anno è necessaria la presenza di una canzone con una critica sociale. Questa volta tocca a Willie Peyote, che riesce a portare a termine il compito in maniera abbastanza originale – ma non troppo -.
Voto: 26/30

Gio Evan – “Arnica”
Gio Evan ci prova con una canzone a metà fra un plagio a Simone Cristicchi e uno a Fabrizio Moro. Ovviamente non risulta credibile in nessuno dei due casi.
Voto: “Scrittore e poeta, cantautore, umorista e performer ma lui non lo sa e vola lo stesso”/30

Irama – “La genesi del tuo colore”
Uno dei pochissimi pezzi che sembrano dare una parvenza di vita a questo Sanremo piuttosto lagnoso. Il bridge è molto figo.
Voto: 26/30

A cura di Ramona Bustiuc

LE PAGELLE DI SANREMO 2021 – Prima Serata

Fra una regia con spasmi e stacchetti discutibili – ad eccezione ovviamente di Achille Lauro – ecco le pagelle della prima serata della 71esima edizione del Festival di Sanremo secondo Clarissa e Ramona!

In ordine di esibizione:

Arisa – “Potevi fare di più”
Canzone tipica sanremese, praticamente un remake di “La notte”. C’è tanto potenziale sprecato.
Voto: 24/30

Colapesce Dimartino – “Musica Leggerissima”
TheGiornalisti con vibes di un agosto degli anni ’70. Molto radiofonica, sicuramente la sentiremo spesso.
Voto: 25/30

Aiello – “Ora”
Un vago inizio alla Call Me Maybe con un crescendo che culmina in un ictus. Mi aspettavo di meglio, ma sicuramente andrà migliorando con l’ascolto.
Voto: ?/30

Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”
Un Fedez emozionatissimo e una Francesca Michielin splendida. Una combo già provata e approvata in passato, ma che in questo caso non esplode.
Voto: 23/30

Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band – “Il Farmacista”
Max Gazzè plagia sé stesso con un look fra Noè e Nostradamus. Un po’ deludente.
Voto: 20/30

Noemi – “Glicine”
Dimenticabile non solo all’interno del panorama sanremese, ma anche in quello della musica italiana nella sua totalità. Non c’è evoluzione.
Voto: 18/30

Madame – “Voce”
È da apprezzare il fatto che non si sia snaturata più di tanto. Si è tenuta su un territorio sicuro, che è riuscita a valorizzarla abbastanza bene. Anche qui un buon potenziale piuttosto sprecato.
Voto: 24/30

Maneskin – “Zitti e buoni”
In assenza di Piero Pelù, ci hanno pensato i Maneskin a fare brutto con i distorsori e qualche parolaccia perché sì siamo sul palco dell’Ariston, ma siamo anche giovani e ribelli.
Voto: 25/30

Ghemon – “Momento perfetto”
Cugino anni ’70 di Colapesce e Dimartino, per fortuna più per il look che per la canzone. Il sound r’n’b veste bene la vocalità di Ghemon, che naviga in acque tranquille.
Voto: 26/30

Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”
Aleggia il fantasma di Thom Yorke nelle melodie di un brano in cui i Coma_Cose non perdono il loro stile, pur confezionando una hit sanremese e radiofonica a tutti gli effetti.
Voto: 28/30

Annalisa – “Dieci”
Difficile immaginare qualcosa di più anonimo e scialbo. Più che dimenticabile.
Voto: 18/30

Francesco Renga – “Quando trovo te”
Anche quando Le Vibrazioni non sono in gara a Sanremo, in qualche modo ci sono lo stesso. Per l’occasione, coi capelli ricci.
Voto: ma basta/30

Fasma – “Parlami”
Non basta usare l’autotune a manetta per essere giovane e fare la trap. Ma Fasma ci crede e sforna una discreta canzoncina da teenager innamorato.
Voto: Tik Tok/30

https://youtu.be/MJhkALvLs0s

A cura di Clarissa Missarelli e Ramona Bustiuc

TOP 15 GENNAIO 2021

I quindici singoli migliori di Gennaio, secondo Musidams.

Lo vas a olvidar – Billie Eilish & Rosalia 
Eterea, leggera e importante allo stesso tempo. Una collaborazione perfetta.
Voto:28/30

Mantieni il bacio – Michele Bravi 
I primi accordi sono quelli di “Heal” di Tom Odell, per poi distaccarsene completamente. In questo periodo serve a tutti un po’ di amore. 
Voto: 27/30

Drivers license – Olivia Rodrigo
Taylor Swift si è reincarnata in una 17enne del 2021. Perfetta da urlare mentre guidi e fuori piove.
Voto: 26/30

Vibez- ZAYN
Gigi Hadid e ZAYN hanno una figlia e lui decide di scrivere una canzone per spiegare come è successo. Okay?
Voto: 25/30

Chemtrails over the country club – Lana del Rey  
Allegra e gioiosa come sempre, Lana non si smentisce mai. Ci piace.
Voto: 25/30

a cura di Ramona Bustiuc

Don’t Judge Me – FKA twigs ft. Headie One, Fred Again.
Il cantato etereo di FKA twigs si fonde perfettamente al rap di Headie One in un brano a tratti da pelle d’oca.
28/30

All My Favorite Songs – Weezer
Canzone semplicissima ma dall’arrangiamento mai banale, soprattutto incredibilmente orecchiabile.
27/30

Alphabet – shame
Post punk arrabbiato e dissonante, old school ma non scontato.
26/30

Gravity – Brent Faiyaz ft. Tyler, The Creator
R&B malinconico con tanto di featuring di Tyler, cosa si può volere di più? 25/30

My Immolation – Portrayal of Guilt
Un’ulteriore conferma di come hardcore e black metal possano convivere dando vita a qualcosa di originale. 
25/30

a cura di Maurizio Minazzi

The Passing of Time – Liquid Tension Experiment
Un sano bagno d’umiltà per tutti quegli shredder da cameretta che avevano dato per bolliti i LTE. In sette minuti troverete peripezie strumentali, macchie di colori alla Jakson Pollock e i bicipiti di John Petrucci sempre più abnormi per dimensioni.  
28/30

Looking For The Light – Translatantic
Portnoy, Stolt, Morse,Trewavas: una lezione su come ancora oggi si possa suonare arioso progressive rock anni settanta senza risultare datati, rimanendo sempre in bilico tra melodie irresistibili e virtuosismo strumentale di alto profilo. 
28/30 

Illusion – Soen
Torna a farsi sentire il progetto progressive dell’ex batterista degli Opeth Martin Lopez. Di metal c’è ben poco, tuttavia il pezzo convince per il suo taglio emozionale che non risparmia echi anni settanta e fa assolutamente ben sperare nell’ottica del full-lenght.  
27/30

Rivers – Epica
Ennesimo centro per la band olandese: tra archi, pianoforte e il cantato da usignolo della sempre fenomenale Simone Simons d’altronde non poteva andare diversamente.
27/30

Sonata Cosmica – Agent Steel
Fa male sentire come sia caduto in basso John Cyriis, e con lui i quattro musicisti assoldati per riesumare il logo del gruppo autore del seminale Skeptics Apocalypse. A ferire maggiormente non è tanto la banalità del pezzo assemblato su non appena due riff ripetuti stancamente, ma soprattutto l’abuso dell’autotune da parte di un cantante che ha fatto dei falsetti lancinanti la propria cifra stilistica. Bocciati su tutta la linea.
10/30

a cura di Stefano Paparesta