Tutti gli articoli di Sofia De March

Blur: To The End al Seeyousound Festival

Blur: To The End è stato il film d’apertura dell’undicesima edizione del SEEYOUSOUND Festival di Torino (21-28 febbraio 2025). Il documentario, diretto da Toby L., racconta della reunion della band, della scrittura del loro ultimo album, Ballad of Darren, e del concerto a Wembley del 2023.

Momenti comici, come il ritorno alle scuole elementari di Damon Albarn e Graham Coxon, sono accostati a scene estremamente intime come quella in cui Albarn si commuove sulle note di “The Everglades”, brano contenuto in Ballad of Darren. Quello che però emerge già dai primi minuti è il forte legame di amicizia e fratellanza che unisce la band inglese. Ascoltando le parole ed i gesti che si scambiano viene in mente una frase di Michela Murgia, secondo cui «gli amici che ti fai quando hai 16, 17, 20 anni hanno una specialità che nella vita poi sarà irripetibile, avrai altre amicizie anche molto qualificate ma qualcuno che ti fosse testimone quando potevi ancora essere tutto… quello non si ripete». Credo che i Blur ne siano l’esempio perfetto.

Foto tratta dal film “Blur: To The End”

Uno dei temi trattati è il trascorrere del tempo e la difficoltà dell’accettarlo, e di certo non aiuta avere tutta la propria giovinezza documentata da film e video. 

«It’s a weird thing when you go back to something that was so well documented.
People feel like that’s what you are but it’s so long ago».

Nell’era in cui sui social si tende a mostrare solo gli aspetti positivi della propria vita, Toby L. ci regala un ritratto sincero dei Blur grazie al quale possiamo distruggere l’immagine distorta che avevamo delle popstar. Risulta strano, quasi ci infastidisce, vederli preoccupati pochi minuti prima di andare in scena, ma sono queste loro insicurezze a renderli umani e ci invitano ad accettare anche le nostre fragilità.

Il crescendo di tensione raggiunge l’apice negli istanti che precedono l’ingresso della band sul palco. Ma l’adrenalina sale alle stelle quando li si vede salire la rampa ed è inevitabile avere la pelle d’oca appena si sente il boato del pubblico di Wembley che accoglie gli artisti che entrano sulle note di “The Debt Collector”. È ufficialmente iniziato il concerto, da questo momento fino alla fine del film gli spettatori sono totalmente immersi nelle immagini che scorrono sul grande schermo e nella musica che rimbomba nella sala. L’entusiasmo è palpabile e le riprese del concerto regalano momenti di pura gioia.

Blur, 2023, Wembley. Foto dal profilo Fb della band

All’inizio della scaletta compare “Popscene” canzone simbolo del britpop, per poi passare ad urlare il ritornello di “Song 2” dove la folla impazzisce e l’intero parterre salta. All’ultima canzone, “The Universal” l’intera platea è commossa, risulta difficile non emozionarsi vedendo quattro amici, che suonano assieme da quando avevano vent’anni, riuscire a realizzare il loro sogno suonando di fronte a 80.000 persone. 

Il documentario è nei cinema dal 24 fino al 26 febbraio ed è un’esperienza che merita di essere vissuta. E, se si vogliono riprovare le stesse emozioni del concerto anche quando si è sul tram diretti all’università, si può sempre ascoltare l’album Live At Wembley Stadium.

a cura di Sofia De March

Sanremo 2025: la tanto attesa serata delle cover

La conferenza stampa tenutasi questa mattina inizia con le parole del direttore artistico, nonché conduttore, Carlo Conti, il quale annuncia che stasera al suo fianco, per l’apertura, ci sarà Roberto Benigni.

Dopo questa notizia Marcello Ciannamea, il Direttore Intrattenimento Prime Time Rai, condivide gli ottimi risultati della sera precedente con 10,7 Mln di ascolti medi e il 59,8% di share, un successo visto l’incremento di 1 Mln di ascoltatori rispetto lo scorso anno.

Successivamente, il sindaco Alessandro Mager ringrazia le forze dell’ordine per il lavoro che stanno svolgendo per permettere la totale sicurezza dei cittadini e, Marco Bocci, Presidente della Regione, conferma la sua presenza sul palco dell’Ariston per la consegna del Premio Liguria per la migliore cover. 

Claudio Fasulo, responsabile Rai, espone il programma della serata, il quale prevede la presenza di ben 144 artisti sul palco, tra cui la performance di Paolo Kessisoglu con la figlia e l’esibizione di Benji e Fede sul palco Suzuki: insomma, si prospetta un grande spettacolo. 

È presente anche Settembre, il vincitore di Sanremo Giovani, a cui viene consegnato il Premio alla Critica e il Premio Critica Sala Stampa Lucio Dalla. Il cantante coglie l’occasione per ribadire la forte stima che nutre per Alex Wyse, finalista con lui, ed esprime una forte gratitudine per la vittoria conseguita.

Viene poi lasciata la parola alla coppia dei due co-conduttori Geppi Cucciari e Mahmood accomunati non solo dalla provenienza geografica ma anche dalle affinità elettive. Entrambi si augurano il meglio per questa serata: Geppi lo fa con il suo solito sarcasmo mentre Mahmood con il suo ottimismo.

Tra le domande viene chiesta una delucidazione riguardo al perchè la collana sia stata negata a Tony Effe: i responsabili precisano che è stato necessario non far salire sul palco il cantante con il gioiello, in quanto una norma contenuta nel regolamento del festival prevede il totale divieto da parte degli artisti di esibire dei marchi.

Risoltasi tale questione, le domande successive ruotano tutte attorno al ruolo che Geppi Cucciari ha intenzione di ricoprire sul palco dell’Ariston, dove la tv viene intesa come spazio di evasione dalla realtà.
L’attrice risponde sempre con la massima eleganza affermando che «ogni giorno ci sono piccole/grandi battaglie da combattere » ma ci tiene ad evidenziare che mostrerà rispetto nei confronti delle decisioni prese dal direttore artistico.

Una cosa è certa: sono state create alte aspettative per questa serata e noi ci auguriamo che non vengano deluse.

A cura di Sofia De March

Musidams consiglia: i 10 migliori singoli di gennaio 2025

Assieme ai propositi dell’anno nuovo ritornano i consigli della nostra redazione: ogni mese vi proporremo l’ascolto dei 10 migliori singoli… Ecco quelli di gennaio!

“Un momento migliore” – Andrea Laszlo De Simone

Andrea Laszlo De Simone ci sorprende regalandoci per Capodanno la prima canzone del 2025: una ballad per festeggiare «il compleanno del Mondo» evidenziandone i difetti che lo rendono ‘umano’.

Il cantautore scrive una sorta di elogio all’imperfezione per ricordarci l’importanza di sbagliare in una società che pretende da noi la perfezione.

Voto: 30/30

“Oh, girl” – Giulia Impache

Il brano che apre l’album di debutto dell’artista torinese presenta in modo diretto e senza fronzoli il suo stile: eclettico, etereo e sperimentale.

L’intimità con la quale ci fionda nel suo opaco universo diventa la chiave di volta per immergersi in esso completamente. Sentiremo parlare di lei.

Voto: 28/30

“Il buio nelle mani” – En?gma

È il ritorno del guaglione sulla traccia, direbbe Neffa.

Ricompare così Francesco Marcello Scano, in arte En?gma, nella scena rap italiana con l’ep KLOAKA, prodotto assieme all’amico Salmo.

“Il buio nelle mani” è il pezzo che farà impazzire tutti coloro che lo conoscono dal 2014 grazie alle numerose collaborazioni con la Machete Crew.

Il brano, grazie alla base old school, porta l’ascoltatore a tenere il tempo: la testa fa su e giù, su e giù.

Voto: 26/30

“Funny Papers” – Mac Miller

All’interno dell’album postumo Balloonerism prodotto nel 2014 dal rapper di Pittsburgh, venuto a mancare nel settembre 2018, “Funny Papers” si ritaglia uno spazio a sé stante, in cui il tipico flow di Mac, leggero e melodico, si sposa con una base semplice, donando al pezzo un sano menefreghismo, complice della consapevolezza di quanto la vita terrena sia temporanea, riguardante le notizie di stampa.

Perché, dopotutto, come si chiede lo stesso artista nel finale: «Why does it matter at all?».

Voto: 29/30

“Guapparìa” – La Niña

La Niña, orgoglio partenopeo, tendendo un filo tra la tradizione melodica napoletana e i suoni contemporanei, rappresenta l’identità di Napoli, la città in cui: «Senz’ammore nun se canta/Senz’ammore nun se sona».

Voto: 26/30

“Mario” – Pellegrino, Zodyaco

La grande onda del Neo Funk napoletano, oramai acclamato non solo sul suolo italiano, raggiunge dimensioni sempre più anomale, grazie al nuovo album Koinè, in cui è contenuto il brano inserito in questo listone. 

Carico di atmosfere mediterranee e Latin Jazz, si fa portatore di una calda ondata estiva anticipata (e direi che ne avevamo bisogno).

Voto: 28/30

“Greyhound” – Palace

La voce angelica del frontman Leo Wyndham e il suono idilliaco della chitarra riescono a fermare il tempo e per tutta la durata del brano veniamo teletrasportati in un’altra dimensione.

I Palace riescono, con estrema dolcezza, a descrivere il sentimento di nostalgia che si prova quando si è lontani dai propri affetti, emozione che si scontra con la voglia di viaggiare e scoprire il mondo.

Insomma, “Greyhound” è la canzone adatta per i fuorisede costretti ad allontanarsi da casa per inseguire il proprio sogno.

Voto: 28/30

“TO/GA” – Colla Zio

La band milanese che si è fatta conoscere negli ultimi anni nel panorama Indie/Pop con l’album Rockabilly Carter apre un nuovo capitolo del proprio percorso artistico, con una canzone originale, destrutturata e con armonizzazioni vocali ricercate che palleggiano con inserzioni rappate. 

Ci auguriamo che sia solo l’incipit di un prossimo grande progetto.

Voto: 28/30

“Audacious”– Franz Ferdinand

Brano apripista dell’album The Human Fear farà innamorare i fan nostalgici che, almeno una volta nella loro vita, hanno ballato sul riff di chitarra di “Take Me Out”.

Con questo concept album, che ha come tema la paura, Kapranos vuole insegnarci ad affrontare la vita con coraggio e non permettere agli ostacoli, che inevitabilmente incontreremo nella vita, di fermarci.

«So don’t stop feeling audacious, there’s no one to save us/ So just carry on».

Voto: 27/30

“Patto col diavolo”– Ghemon

Il brano in questione viene inserito in un progetto innovativo, che mette assieme le performance di stand-up comedy dell’artista campano nei teatri italiani dell’anno appena passato e canzoni che ricalcano orme del mondo jazz e hip-hop.

“Patto col diavolo” risulta tra gli altri il pezzo meglio scritto e prodotto, in forte debito col genere neo-soul americano degli anni ‘90 e mantenendo perciò un occhio al passato ma concentrandosi al contempo sul presente, soffermandosi sulla tematica dell’autenticità dell’arte e dell’artista.

Voto: 30/30

Menzione d’onore

Humanhood” – The Weather Station

Album che presenta angoli estremamente smussati, in uno stile libero e contemporaneo che convoglia sonorità folk, jazz e rock, spaziando negli arrangiamenti e nelle scelte strumentali.

Il tutto crea lo sfondo perfetto per i testi, scritti e cantati da Tamara Lindeman, di rassegnazione e auto colpevolezza da parte dell’umanità nei confronti dell’ambiente e della nostra terra, portati all’estremo da scelte di linguaggio forte e altre volte attraverso parole di instabile fragilità.

Prodotto consigliatissimo dalla prima all’ultima canzone.

“Who let the dogs out” – Lambrini girls

Il post-punk si colora di rosa, seguendo la scia di Courtney Love delle Bikini Kills, grazie all’album di esordio di due ragazze di Brighton.

Il duo si espone politicamente rivendicando i diritti del femminismo, recuperando il tema dell’accettazione del diverso e dando voce alle minoranze spesso inascoltate.

Nei loro testi emerge la rabbia che le contraddistingue come in “Filthy Rich Nepo Baby”, una feroce critica contro l’ipocrisia dell’etichette discografiche in cui governa il nepotismo oppure in “Nothing Tastes As Good As It Feels” in cui viene trattato il disturbo alimentare con una nota di sarcasmo, partendo dal titolo, che cita maliziosamente Kate Moss («Nothing tastes as good as skinny feels.»).

Le Lambrini girls saranno il punto di riferimento del 2025 per tutte quelle ragazze che si sono stancate di dover sottostare agli standard imposti dal patriarcato.

A cura di Marco Usmigli e Sofia De March