La seconda serata della 75ª edizione del Festival di Sanremo si apre con le semifinali delle Nuove Proposte, che lasciano poi spazio al primo dei due lotti di Big suddivisi tra le giornate di mercoledì e giovedì.
Tra la stucchevole formalità di Carlo Conti, discutibili commenti verso Malgioglio, e la gioia di Bianca Balti, ci districhiamo attraverso le canzoni protagoniste della serata così come ha tentato di fare Damiano David tra le ingombranti composizioni floreali (fallendo).
Nuove Proposte
Alex Wyse – “Rockstar”
Piccola raucedine a parte, la canzone funziona talmente bene che avrebbe potuto giocarsi il podio tra i big.
Vale Lp e Lil Jolie – “Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore”
Il duo propone una canzone contemporanea dalla struttura interessante, con parti originali e altre già sentite e risentite.
Maria Tomba – “Goodbye (voglio good vibes)”
L’energia della performance viaggia su un binario parallelo al viaggio che percorre il brano, che parte malino ma presenta un hook non da buttare, che affianca però sezioni confusionarie.
Settembre – “Vertebre”
Funzionale, radiofonica, ma che non presenta tratti distintivi.
I Big
Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
Si conferma a suo agio sul palco del festival, peccato per la scelta di rimanere nella zona di comfort, con la solita minestra riscaldata del tema della rivalsa del ragazzino di strada in stile Rocco Hunt, che propone però ancora una volta un ritornello che entra in testa.
VOTO: 22
Elodie – “Dimenticarsi alle 7“
Si riprende dalla prova leggermente sottotono di ieri e promuove la sua sempre più salda aura da diva del pop italiano, ed è credibile. Oltre a ciò, il brano è radiofonico ma facilmente dimenticabile.
VOTO: 24
Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
Sorpresa, non per i più attenti, dell’edizione, e ripete l’ottima prestazione della serata inaugurale. Il brano, nel frattempo, inizia a rendersi riconoscibile, con un testo semplice ma non scontato. Ha tutte le carte in regola per scalare la classifica.
VOTO: 28
The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
Pronti a sentirli per tutta estate? Io non tanto, anche se bisogna dire che dal vivo il pezzo suona meglio della versione registrata. Si spera che Stash & Co decidano di portare al Festival del futuro qualcosa che valga la loro qualità come band.
VOTO: 22
Serena Brancale – “Anema e core”
Ritmi afro e tentativo di hit estiva inserendo sfaccettature jazz. La strofa risulta anche riuscita e interessante, il resto però si perde nell’oblio. Quasi salva.
VOTO: 17
Fedez – “Battito”
Superato il grande nervosismo della serata d’apertura punta tutto sull’interpretazione, ed è possibile udire come il brano funzioni dall’inizio alla fine, meritando la Top Five di serata. Possibile banger.
VOTO: 26
Francesca Michielin – “Fango in paradiso”
Linee melodiche deboli, testo senza grandi pretese, si salva solo la performance, in cui mette decisione e voglia di far bene, scaricando l’adrenalina con un bel pianto finale e una corsetta sulla caviglia infortunata. Terminator pucciosa.
VOTO: 20
Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
Sonorità che ricalcano i classiconi di Ultimo su parole strappalacrime: nulla di nuovo. Ma l’origine testuale personale, l’interpretazione e la performance vocale che supera la debacle del primo live gli permettono di inserirsi, con merito, tra i migliori di serata.
VOTO: 26
Marcella Bella – “Pelle diamante”
La quota over femminile della 75ª edizione spicca per energia sul palcoscenico; il brano possiede un hook catchy ma con testo leggermente kitsch. Promossa abbondantemente per il coraggio e la voglia di non farsi mettere i piedi in testa dai giovani nipotini con cui condivide l’Ariston.
VOTO: 23
Bresh – “La tana del granchio”
Purtroppo non riesce a spiccare nella sua Liguria, proponendo una canzone che al secondo ascolto si conferma spenta e senza alcuna sezione troppo interessante. Il testo originale è l’unica nota positiva. Rimandato a una prossima edizione.
VOTO: 17
Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
Incoscientemente ha optato per il classico sanremese, e purtroppo per noi la canta anche bene, l’avesse cantata da ubriaco sarebbe sicuramente uscita una canzone con qualche tratto innovativo, una papabile scelta che da Lauro ci saremmo tutti aspettati.
VOTO: 18 (politico)
Giorgia – “La cura per me”
Il compito è fatto, i melismi pure, ora si può andare a nanna. Non sbaglia mai, è un magnifico tappetto di velluto che non viene lavato da almeno un paio di decenni. Impossibile bocciarla, ma se partiva come favorita dai bookmaker, giorno dopo giorno il brano potrebbe perdersi vista la mancanza di un ritornello potente.
VOTO: 25
Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Dire che Rkomi è di Milano è come dire che il cavallo bianco di Napoleone è bianco: porta all’estremo il suo tratto distintivo che, soprattutto nell’intro, risulta indigesto. Special carino che risolleva la canzone che viene accompagnata da una danza libera alle sue spalle eseguita da, pare, una coppia qualunque. Una mossa in grado di addolcire pure il torbido Lex Luthor.
VOTO: 20
Rose Villain – “Fuorilegge”
Il palco lo sa tenere, anche senza performer attorno a lei. Il brano di quest’anno ricalca la struttura della sua “Click Boom!” con lo stacco tra strofa e ritornello praticamente fatto con lo stampino ma, al contrario della precedente, “Fuorilegge” non riesce a raggiunge lo status di Hit.
VOTO: 20
Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
Il groove eleva la canzone, le coriste pure, e Willie fa il suo. La versione live al secondo ascolto si intrufola ancor più nelle orecchie degli italiani, la cui maggioranza probabilmente non capirà che nel testo si parla di loro. Promozione senza alcun dubbio, ma voto macchiato solo per non aver osato maggiormente con le parole.
VOTO: 26
A cura di Marco Usmigli