Lo scorso giovedì 12 luglio ha avuto luogo il Rockish Festival. Sette band, rappresentanti la nuovissima scena rock torinese, si sono esibite alternandosi tra main e side stage per quattro ore ininterrotte di musica rock declinata in tutte le sue forme. Una scelta che riesce a portare sul palco dello Spazio211 diversi progetti artistici, tra cui anche gruppi di giovanissimi under 25, che ormai rappresentano un punto di riferimento per il rock torinese
Nonostante la presenza della band di fama internazionale, i Melody Fall, la protagonista della serata era proprio la next generation. Dal pop punk al rock di protesta e all’art pop, la line up di quest’anno propone i progetti di I boschi bruciano, Narratore Urbano, Irossa, Xylema, Tramontana, Breathe me in.
I Narratore Urbano nascono nel 2019 definendo, da subito, la volontà di coniugare il rock ad una finalità diversa dell’esibizione fine a sé stessa. Hanno una voce e affermano di volerla usare -e lo fanno bene‐ anche per pronunciarsi su tematiche sociali e politiche.
Gli Xylema ripartono e convincono dopo un cambio di formazione e, dal Reset Festival 2023, sono una certezza del panorama torinese con un sound punk rock e melodie d’impatto. Da poco i loro testi sono in italiano e trattano delle loro esperienza personali.
Irossa sono l’ultima novità dell’underground sabaudo. Di impatto è sicuramente l’immagine definita e contemporaneamente caotica, pienamente colta nelle grafiche del loro merchandising, nell’outfit e nei loro movimenti durante la performance.
Camaleontici. Se in un primo momento si è trasportati dal sax in una dimensione onirica e malinconica, un attimo dopo l’attenzione viene rubata dalle chitarre, decise e mai aggressive, che accompagnano, chi ascolta, alla comprensione delle immagini suscitate dai loro testi.
L’inconveniente della pioggia non ha fermato il pubblico che, seppur ridotto, ha saputo compensare in energia e partecipazione. Cantando e ballando il repertorio di tutti gli artisti, hanno sicuramente contribuito alla realizzazione di una serata piacevole all’insegna della scoperta musicale.
La fine di un’avventura mette sempre un po’ di malinconia: lo sa bene il pubblico della terza ed ultima serata del TOdays Festival, che domenica 27 agosto ha sfidato la pioggia per godersi i quattro live in programma a sPAZIO211. Porridge Radio, Ibibio Sound Machine, L’Impératrice e Christine and The Queens: una line-up che ha regalato spettacolo.
Muniti di k-way e tanta forza di volontà, i primi spettatori si avvicinano timidamente al palco per ascoltare la prima band in scaletta: i Porridge Radio. La band di Brighton, per due quarti al femminile, propone un mix di art-rock, indie-pop e post-punk. Al centro della scena c’è la frontwoman Dana Margolin, che imbraccia la sua Fender e inizia a intonare i brani dell’ultimo album Waterslide, Diving Board, Ladder To The Sky(2022), in cui è stato lasciato più spazio alle tastiere rispetto al precedente Every Bad (2021) dove invece emergono maggiormente le chitarre. Immancabile “7 seconds”, il brano che piace proprio a tutti. Una band in evoluzione, ma senza dubbio piacevole da ascoltare.
La serata si accende con il groove degli Ibibio Sound Machine. Sul palco sono sette e suonano una massiccia dose di strumenti: tromba, trombone, sassofono, synth, mandolino, basso e chitarra elettrica. Il loro afro-funk elettronico fa muovere il pubblico, che si scatena a ritmo in un clima di festa collettiva di fine estate. La personalità frizzante della cantante Eno Williams non passa di certo inosservata: dal primo momento incita al divertimento e lasciarsi trasportare dal sound funky, mentre, con voce intensa, intona i brani della band.
Come annunciato, la pioggia comincia a scendere pesantemente proprio mentre il buio fa capolino su Torino. L’entusiasmo, però, non si spegne e finalmente arriva L’Impératrice per l’ultima tappa del tour dopo due anni in giro per il mondo. La band francese sale sul palco e gli occhi sono tutti per loro: i sei musicisti si schierano davanti al pubblico con delle sagome di cuori attaccate al petto che si illuminano a ritmo. Un impatto visivo considerevole, che sarà una costante della loro performance, così come le sonorità funky e i giri di basso ostinato. Il loro sound disco trasforma l’open air di sPAZIO211 in una discoteca a cielo aperto, in cui il pubblico, su invito in un italiano quasi impeccabile della frontwoman parigina Flore Benguigui, è invitato a lasciarsi andare e ad essere se stesso. Uno show totale che coinvolge e fa dimenticare dei vestiti inzuppati di pioggia. L’applauso finale conferma quanto di buono mostrato e li piazza direttamente nella top tre delle performance migliori di questa edizione. Chapeau, come si direbbe dalle loro parti.
Un palco trasformato in un museo neoclassico con statue di leoni, angeli e il David di Michelangelo di schiena. Più che ad un semplice live musical si è assistito ad una performance artistica e teatrale, quando sul palco è salito Christine and the Queens. L’artista francese, attesissimo nella sua prima apparizione italiana, ha partecipato ai maggiori festival del mondo, tra cui il Coachella, il Primavera Sound e il Glastonbury e, come ci si immaginava, ha regalato una performance ipnotica e di grande impatto emotivo. Il fil rouge del concerto sono i brani dell’ultimo album Paranoia, Angels, True Love (2023) – al quale ha collaborato anche Madonna – che vengono interpretati sul palco in maniera eccelsa, in una catarsi di trasformazione, accettazione e bellezza. Abbraccia le statue, lancia fiori, si sveste e riveste da un abito rosso e infine indossa delle ali nere: la trasformazione in angelo è completa dopo un burrascoso percorso, musicale e di vita. La sensazione, una volta finito, è quella di aver assistito ad uno spettacolo di rara bellezza.
Il TOdays è un festival che di anno in anno alza l’asticella nel prendersi il rischio di puntare su artisti validi, ma che in Italia spesso non sono ancora conosciuti. La nona edizione si conclude e sulla strada verso la normalità e la fine dell’estate la sensazione comune è che è stato bello ampliare il proprio bagaglio musicale in un clima di amore e libertà in nome della musica.
Con le note della prima serata nell’aria, il pubblico torinese si appresta ad assaporare la seconda giornata della nona edizione del TOdays Festival. L’attesa per le band e gli artisti si percepisce fin dal pomeriggio di sabato 26 agosto: una gremita folla si riunisce con anticipo ai cancelli per accedere all’area concerto. Niente più biglietti in cassa, l’evento è sold out per i Gilla Band, Anna Calvi, gli Sleaford Mods e i Verdena.
Sono le 18:30 precise quando la prima band sale sul palco. Gli irlandesi Gilla Band, fino a qualche tempo fa chiamati “Girl Band”, portano tutta la loro energia post-punk. Rumorosi, dissonanti, acidi: si potrebbe riassumere così la loro musica. Dal 2011 i Gilla Band portano avanti un progetto influenzato dall’analisi introspettiva del proprio leader Dara Kiely, che ha a lungo affrontato problemi di salute mentale. La setlist della band, per lo più composta dai brani dell’ultimo album Most Normal (2022), viene percepita come un breve delirio sonico per orecchie abituate a suoni distorti, tant’è che le versioni registrate dei loro brani appaiono a tratti disturbanti, ma che live funzionano benone. Assieme ai Fontaines D.C. sono uno dei gruppi post-punk irlandesi da tenere sott’occhio. Una personalità ben definita e dirompente che convince gli spettatori.
Congedato il delirio selvaggio dei Gilla Band, è già tempo di ascoltare la prossima artista. Il mood prende una piega totalmente differente con Anna Calvi. La cantautrice britannica si presenta sul palco imbracciando la sua inseparabile Telecaster, con la quale sfoggia tutta la sua tecnica chitarristica. La classe e l’eleganza dell’artista sono una costante per tutto il live, che fila lascio a ritmo dei brani più amati della sua discografia: “Desire”, “Don’t Beat The Girl Out of My Boy”, “Hunter” per citarne alcuni. Il pubblico ascolta rapito e applaude approvando pienamente quanto ascoltato.
Cala il buio su Torino ed è il momento del progetto più sperimentale dell’intera line-up del festival: gli Sleaford Mods. Già passati dal TOdays nel 2019 – in quell’occasione quasi in sordina, tra le proposte secondarie e non tra gli artisti del main stage –. Sta di fatto che, ogni volta che si esibiscono, sanno bene come catturare l’attenzione. Un duo insolito e grottesco quello composto dalla voce di Jason Williamson e dal musicista ed interprete Simon Parfrement. Quest’ultimo non suona nessuno strumento, ma si limita a seguire la voce rap e sboccata del suo compagno musicale con movenze impetuose e maldestri accenni di danza, il tutto accompagnato da una battente base elettronica e una punk attitude. Williamson ricorda lo stile di Liam Gallagher: non musicalmente, ma nell’atteggiamento sfacciato e nel modo in cui si approccia al microfono, con le mani incrociate dietro la schiena. Tramite la loro musica gli Sleaford Mods vogliono dare voce alle ingiustizie sociali e agli emarginati della società: è questo il messaggio del loro ultimo lavoro UK Grim, uscito lo scorso marzo, che gli spettatori approvano scatenandosi assieme a loro.
L’allerta pioggia, poi scongiurata, fa anticipare di mezz’ora l’ultimo live della band probabilmente più attesa: i Verdena. I fratelli Ferrari e Roberta Sammarelli sono accompagnati in tour dal chitarrista Carlo Maria Toller dei Jennifer Gentle, che prende spazio sul palco assieme a loro. Tre, due, uno, via! Si parte con “Paul e Linda” direttamente dall’ultimo album Volevo Magia (2022). Tra successi immortali come “Luna”, “Angie” e “Muori Deelay” e brani più recenti i Verdena si dimostrano in serata e confermano di essere la band alternative rock italiana per eccellenza, capace di mettere d’accordo un pubblico di tutte le età, che poga ma allo stesso tempo si emoziona. Stupiscono con “Il Gulliver”, brano di quasi dodici minuti tratto da Requiem (2007). La ciliegina sulla torta si poteva mettere con un finale migliore, che invece è frettoloso e insapore: la band bergamasca non suona “Valvonauta”, uno dei brani più amati, ma termina con “Miglioramento”, non esattamente il brano che ci si aspetterebbe come ultimo in scaletta. Il pubblico li incita a tornare sul palco per un bis, ma loro sono probabilmente già in camerino. I Verdena sono anche questo e i fan lo sanno. Croce e delizia.
La serata giunge al termine in anticipo rispetto al day one, ma anche in questo caso ci si può ritenere ampiamente soddisfatti di quanto vissuto.
Da nove anni, a fine agosto, Torino ha un’energia diversa. L’energia di chi, affidandosi con fiducia alle scelte della direzione artistica, decide di vivere tre giornate all’insegna della musica al TOdays Festival. Un pubblico di fedelissimi che si ritrova di edizione in edizione nella periferia nord della città per godere di una line-up composta per lo più da nomi internazionali e lontani dai circuiti maistream.
Nel torrido pomeriggio di venerdì 25 agosto migliaia di persone hanno gremito l’open space di sPAZIO211 per la prima delle tre giornate di festival. Il caldo non ha frenato l’entusiasmo di un pubblico eterogeneo accorso da svariate parti d’Italia e dall’estero per una line-up per tutti i gusti. I King Hannah, Les Savy Fav, i Warhaus e i Wilco hanno dato il via alla prima delle tre serate di musica. Con una puntualità quasi svizzera i King Hannah sono i primi artisti a salire sul palco. Il duo di Liverpool composto da Hannah Merrick e Craig Whittle ha scaldato l’atmosfera portando live l’album d’esordio I’m Not Sorry, I Was Just BeingMe uscito nel 2022. La loro prima volta a Torino e in Italia ha lasciato il segno: il loro sound dream pop ha trasportato gli spettatori in un’atmosfera onirica e fluttuante. I loro punti di forza sono i bassi profondi e la voce magnetica e sensuale di Hannah Merrick, capace di tenere incollato il pubblico. C’è spazio anche per una cover di “State Trooper” di Bruce Springsteen, ovviamente riarrangiata nel loro stile.
Breve pausa per poi riprendere con una band dalla personalità alquanto frizzante. Les Savy Fav salgono sul palco e lo show del frontman Tim Harrington ha inizio. Statunitense di nascita, vichingo d’aspetto, Harrington si presenta con la barba tinta d’arancione per l’occasione. L’impatto visivo era già di per sé considerevole, ma ciò che segue lo sarà ancora di più. Il frontman, munito di microfono con cavo lungo una ventina di metri, lascia il palco per confondersi tra il pubblico, creando dei simpatici siparietti con chiunque gli si presenti davanti – fotografi compresi – ma continuando ad intonare i brani con un cantato sporco di ascendenze hardcore. Un vero e proprio show, al limite tra il comico e il grottesco dato che il frontman resta in boxer, ma che diverte e anima gli spettatori. La musica della band di Brooklin, però, passa in secondo piano dato che il tutto risulta tutto un po’ caotico. Di primo acchito le sonorità dei Les Savy Fauv si potrebbero ricondurre a quelle dei Pixies e dei Fugazi. Non ci sono vie di mezze, musicalmente o li ami o li odi (con molto affetto anche in quest’ultimo caso dato i personaggi).
Il momento strappacuore si ha con i Warhaus, band belga capitanata da Maarten Devoldere, che con la sua altra band, i Balthazar, era già passato dal TOdays nel 2019. In quest’edizione, però, è tornato con tanti cambiamenti alle spalle: un nuovo album e, soprattutto, il cuore spezzato. Ebbene, sì, l’ultimo disco Ha Ha Hearbreaker nasce da una cocente delusione amorosa del frontman, che per esorcizzare il dolore ha deciso di scrivere l’intero album in una stanza d’hotel a Palermo, lontano dai riflettori. Il risultato sono dieci brani convincenti, dove si passa dalla sofferenza all’accettazione, che live hanno il potere di emozionare, complice anche l’interpretazione sentita e sensuale di Devoldere. “Love’s stranger”, probabilmente il brano più conosciuto della band, fa muovere il bacino al pubblico, che successivamente si lancia nell’intonare all’unisono la melodia di “Open Window”, dopo che la band l’ha a lungo suonata nella parte strumentale finale.
A chiudere la prima serata ci hanno pensato gli headliner: i Wilco. La band statunitense in attivo dal 1994 ha suonato a Torino nel giorno del cinquantaseiesimo compleanno del suo leader Jeff Tweedy. C’è chi usa una scenografia vistosa per ampliare l’impatto della performance, e c’è chi, punta tutto sulle canzoni, sul suono, senza troppe parole o fronzoli. I Wilco fanno esattamente questo: suonano. E lo fanno molto bene. Dopo essersi allontanati dalla pesante etichetta country che limitava agli esordi la complessità del loro sound, i Wilco sono tornati nel 2022 con un album dal titolo quasi ironico: Cruel Country, ad indicare ironicamente la loro vena country ritrovata, vedasi il brano “Falling Apart (Right Now)”. A sPAZIO211 fila tutto liscio, ma forse addirittura un po’ troppo. La scaletta risulta a tratti piatta e senza momenti di picco emotivo. Una sensazione condivisa da chi, però, non ha macinato ascolti su ascolti della loro discografia. Al contrario, chi è in confidenza con la loro musica non può che aver apprezzato l’abbondante ora di concerto, perché i Wilco sono esattamente questo: un sound piacevole, perfetto per i momenti chill o per i viaggi in macchina. “California Stars” ha trascinato il pubblico negli US, nonostante fossimo a Torino e “Evicted”, il nuovo singolo che anticipa l’uscita a settembre del nuovo album Cousin, ha convinto il pubblico.
Sulla via di casa i fan si scambiano pareri e sensazioni, fanno una personale classifica di gradimento degli artisti ascoltati o semplicemente si godono in silenzio le emozioni lasciate dalle cinque ore abbondanti di musica. I riflettori si spengono momentaneamente alla fine della prima serata, in attesa di ascoltare le band della seconda e farsi ancora una volta coinvolgere dalle loro sonorità.
Sono ben sette le band della seconda edizione del RockIsh Festival2023, tutte in una sola e scoppiettante serata: è il 9 luglio e allo sPAZIO211 l’appuntamento, realizzato in collaborazione con la casa di produzione discografica Pan Music, è finalmente alle porte. Tra il main stage affacciato sul prato – futuro teatro del TOdays a fine agosto – e il side stage collocato sulla sinistra, i presenti fanno la spola in fibrillazione, gasati a buon diritto da una line-up che abbraccia la musica alternativa con un rock, un punk e un metal tutti italiani (soprattutto torinesi, ma non solo). Troviamo in maggioranza un pubblico di giovani e giovanissimi; a disposizione delle band – almeno, delle prime sei – c’è una mezz’ora ciascuno. Si parte alle 20.
I Domani Martina aprono le danze sul main stage. Il quintetto si contraddistingue da subito per un suono rock deciso, in cui risaltano i riff di chitarra, protagonisti insieme a un cantautorato degno di merito; i ritmi cadenzati – spesso e volentieri si tratta di groove danzabili in levare – fanno il resto, e lo fanno bene. “Uno come me” racchiude tutte queste caratteristiche, accendendo una platea ancora sparuta ma in vena di saltare a tempo e cantare sotto il palco, stuzzicata inoltre dalla cover di “Charlie fa surf” dei Baustelle: il primo round si conclude spaccando il secondo, con premesse eccellenti per il prosieguo.
Pochi secondi e ci si fionda tutti sotto il gazebo del side stage, dal quale i Breathe Me In chiamano a raccolta i presenti. La band, attiva da 15 anni, propone brani dai tratti aggressivi, nei quali hardcore, metal ed elettronica non scendono a mezzi termini in una commistione vincente (vedasi l’esordio con “Animali Feriti”); la voce è intensa, nel registro acuto, e lo scream ci sta come il cacio sui maccheroni. Quel flirt con il pogo, solo vagheggiato in precedenza, ora diventa un matrimonio che s’ha da fare: complice lo spazio ristretto, il pubblico entra in contatto a più riprese, fomentato dallo stesso cantante. Una gran bella carica.
In uno schiocco di dita si fanno le 21; nel chiarore serale la folla torna sul prato, dove il gruppo toscano dei Tonno si è preso la scena. I riff sono semplici ma mai banali, in un pop rock con manifeste influenze emo. La voce qui graffia, quasi dà forma ai testi; dietro un’apparenza scanzonata, questi suggeriscono un disagio, vago o profondo, che sembra trovare radici nel quotidiano. Stasera, però, nulla ferma la voglia di ballare: “Fettine panate” è una hit indiscussa, perfetta per accompagnare il tramonto, e di certo rimarrà in testa a qualcuno nei giorni a venire («Ci sparavamo quei video / ci guardavamo quei video / delle fettine panate / dopo aver fatto l’amore»).
Pronti, via, altro giro. Il quarto turno è dei BRX!T (pronunciato “Brexit”), quartetto che manda in estasi gli spettatori più energici. Il loro rock sa essere incisivo, pur lasciando sfogo ad aperture melodiche più pulite: un esempio di questo incrocio è dato da “Notti a caso”, brano lento ma grintoso che tanto si addice a questa serata in periferia, fatta di musica, incontri, afa e zanzare. Anche la sezione ritmica è da applausi, con un basso che sa decisamente il fatto suo e una batteria scatenata tra piatti forati e jam-block. Il pubblico si fa man mano più voluminoso: l’atmosfera è satura e gli spazi vuoti diminuiscono a vista d’occhio.
Di nuovo il main stage, dove scalpitano i Madbeat, band di stanza tra Torino e Cuneo con dieci anni di attività alle spalle. La loro è un’impronta ben marcata: pop punk, senza se e senza ma. Attraverso strofe serrate e ritornelli esplosivi, il gruppo nei suoi versi racconta di un desiderio di rivalsa, delle fatiche e delle ansie di ogni giorno che costellano gli orizzonti urbani; un riscatto profuso nella freschezza giovanile di altre notti, stavolta proprio le “Notti Punk”, quelle che vengono prima dei giorni «con cui fare a botte». Altri due artisti si accompagnano al gruppo in due featuring: sono il rapper torinese Mauràs e il cantante Fabio Valente degli Arsenico. Si continua.
Sesto round, un quarto d’ora dopo le 22. Nel side stage si presenta un duo, composto da una batterista e un cantante/chitarrista, se si esclude il peluche di un animale fantastico posizionato sulla cassa: THE UNIKORNI è il nome del progetto. La spinta è molto forte, con un grunge dai suoni ruvidi, dagli stacchi potenti e una vocalità spesso filtrata, che vola alta sulle ottave. Le tematiche sono più che attuali: la libertà di fare scelte sul proprio corpo, il successo degli influencer e le aspettative della società verso un individuo che non può permettersi di mostrarsi debole o avere paura. Di questo in particolare parla “CREPO/VIVO”, pezzo abrasivo e originale; lo sPAZIO è ora al completo.
Gli headliner della serata sono i Punkreas, storica formazione proveniente dall’hinterland milanese e dal lontano – ormai lontanissimo – 1989. È soprattutto qui, com’era ovvio, che si palesano diversi fan di vecchia data, a variegare la composizione generazionale del pubblico. La musica della band (nomen omen), declinata in diverse fogge dall’hardcore allo ska punk, definisce uno stile mantenuto con coerenza in più di trent’anni; tanti i brani più iconici, tra cui “Il vicino”, “La canzone del bosco” e “Sotto esame”, mentre da Electric Déjà-Vu, ultimo album uscito lo scorso marzo, sono tratti pezzi come “Mani in alto” e “Tempi distorti”. Come prima e più di prima, si poga fortissimo, in un tripudio di polvere e corpi sudati sul prato, con qualcuno che fa addirittura crowd-surfing; tra ironie pungenti, stoccate al Dalai Lama e numerosi botta e risposta con la folla, un’ora abbondante passa veloce. Non prima di concludere con il selfie di rito post-concerto e una freddura dal sapore altopadano rivolta ai presenti: «Sembravate di Villarboit» (comune a nord di Vercelli da cui l’omonima area di servizio lungo l’A4, n.d.r.).
È quasi mezzanotte quando il RockIsh termina, lasciando spazio a un dj-set (ancora: pop punk) per chi non è stanco di muoversi, nemmeno in una torrida domenica sera di luglio; un evento divertente e ben organizzato, con ospiti di qualità e un’offerta eterogenea ma assortita nel migliore dei modi. Lo sPAZIO211 si conferma punto di riferimento assoluto per il panorama musicale, locale e non: una realtà che sa valorizzarsi e farsi apprezzare in ogni occasione.
C’è una Torino fatta di stadi, palazzetti e teatri e una Torino di piccoli locali storici: sPAZIO211 è senza dubbio uno di questi. Una realtà senza transenne, senza lunghe code per entrare e senza stress da parcheggio. Una realtà intima dove puoi scambiare qualche chiacchiera con l’artista prima che salga sul palco o scorgere tra il pubblico il membro di una band che avevi visto live qualche settimana prima. Lo sanno bene i fan degli Atlante, che non sono di certo mancati al ritorno live della rock band il 28 aprile scorso, quasi un anno dopo dall’ultimo concerto torinese. Il trio composto da Claudio Lo Russo (voce e chitarra), Andrea Abbrancati (basso) e Stefano Prezzi (batteria) ha dato il benvenuto a Luca de Maria, chitarrista che aveva già collaborato e suonato con la band, ma che da ora in poi sarà una presenza fissa sul palco.
Andiamo con ordine: ad aprire le danze ci pensano gli Est-Egò, band torinese che aveva suonato all’Eurovillage al Parco del Valentino in occasione della scorsa edizione dell’Eurovision Song Contest. Dall’allora, però, tante cose sono cambiate per la band, che si presenta sul palco con una formazione nuova, ma con lo stesso sound onirico e psichedelico di sempre. Basta una manciata di brani, per lo più strumentali, per scaldare il pubblico, che timidamente si appresta sottopalco.
È il momento degli Atlante: il frontman imbraccia la chitarra e suona le prime note distorte di “Materia”, che i fan riconoscono in pochi secondi e iniziano a cantare a colpi di headbanging. Il loro marchio di fabbrica sono le sonorità rock, fatte di riff energetici, combinate a sonorità elettroniche, che Lo Russo propone egregiamente al synth, in linea con il suo progetto solista Lorusso.
La scaletta è un susseguirsi dei brani di paure/verità, l’ultimo album pubblicato dagli Atlante a fine 2021 firmato Pan Music Production. Non mancano, però, altri brani come “Atlas” e “Bivio” dagli album precedenti e lo spazio per un brano inedito.
La serata avanza e l’atmosfera è calorosa: ci sono cartelloni con dediche, sguardi d’intesa e momenti di pogo. La band lascia il palco, ma il pubblico non è ancora soddisfatto. Difatti, non è ancora finita: mancano tre brani, tra i quali “Venere”, il più apprezzato dai fan, che chiude la scaletta tra gli applausi.
A concerto finito, ritornando alla normalità, si ha la sensazione che il live sia durato il tempo sufficiente per farti venire voglia di ascoltare gli Atlante in nuove occasioni, in attesa di nuova musica. Gli Atlante sono una delle band emergenti torinesi più note e l’entusiasmo vissuto a sPAZIO211 è la prova dell’affetto che Torino nutre per loro.
121 artisti nazionali e internazionali, 12 band da 29 diversi paesi nel mondo, delle quali 8 in esclusiva nazionale e 9 per la prima volta a Torino. Sono queste le premesse della nona edizione del TOdays, il festival torinese in programma dal 25 al 27 agosto a sPAZIO211 e in hub culturali sparsi per la città, come il Mercato Centrale di Porta Palazzo e Cascina Marchesa.
Martedì 6 giugno proprio a Cascina Marchesa si è tenuta la conferenza stampa per presentare la nuova edizione del festival. A presentare gli artisti che saliranno sul palco ci hanno pensato Alessandro Isaia, Segretario Generale di Fondazione per la Cultura Torino, Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura di Torino e Gianluca Gozzi, direttore artistico del festival.
Lo scopo è quello di promuovere tre giorni di musica al di fuori dall’ordinario, proponendo al pubblico artisti non-mainstream e accrescere la città con una proposta culturale inclusiva e sostenibile. Il direttore artistico Gozzi promette un’edizione per un pubblico transgenerazionale, con la volontà di abbattere ogni genere musicale e sessuale, in quanto vi sarà una rappresentazione femminile altrettanto ricca quanto quella maschile.
I colori scelti per il logo di quest’anno non sono casuali, ma rappresentano i valori che il festival incarna: il rosso, che richiama le emozioni e la passione in continuo divenire e l’argento a cui si associano l’avanguardia, l’innovazione e la modernità.
Il main stage del festival sarà l’open space di sPAZIO211, dove si alterneranno i concerti tra le ore 18.00 e le 24.00 per tutte le tre giornate. Wilco, Verdena e Christine and the Queens sono gli headliner di ciascuna serata, ma la line up è variegata e accontenta ogni gusto.
Il programma e la timetable del festival:
Venerdì 25 agosto
18.30 – King Hannah
19.45 – Les Savy Fav
21.05 – Warhaus
22.30 – Wilco
Sabato 26 agosto
18.30 – Gilla Band
19.45 – Anna Calvi
21.05 – Sleaford Mods
22.30 – Verdena
Domenica 27 agosto
16.00 Enrico Gabrielli in «Le canzonine» con ospiti (all’Auditorium Cecchi Point)
È tutto pronto per il Premio Buscaglione, che si svolgerà a Torino fra il 4 e il 6 maggio 2023 in alcuni degli spazi musicali più importanti della città: Spazio211, Off Topic e CAP 10100, che da anni accolgono festival e concerti soprattutto di artisti emergenti. Due le semifinali in programma, in cui si sfideranno dieci fra cantanti e band provenienti da tutta Italia, tra cui verranno scelti i quattro finalisti che si esibiranno nel corso dell’ultima serata.
L’obiettivo dell’Associazione Culturale F.E.A., che organizza il Premio, è promuovere la musica dal vivo e trovare la Next Big Thing italiana all’interno di uno spazio di condivisione creato per band, cantanti e per il pubblico stesso, che partecipa attivamente alla selezione degli artisti.
Il Premio Buscaglione, “una proposta alternativa in contrasto con i format televisivi dei talent dove il successo è immediato ma non duraturo”, nel corso degli anni ha lanciato artisti come Eugenio in Via di Gioia, Lo Stato Sociale, La Municipal, e in questa settima edizione ha visto ben 561 artisti iscritti. I premi principali – il Premio della Critica e il Primo Premio – consisteranno in un contributo in denaro e in un tour che farà tappa in 16 festival italiani fra cui Apolide (Piemonte), Memorabilia (Marche), Sud Est Indipendente (Puglia), RockunMonte (Toscana). Headliner delle tre serate saranno rispettivamente i Post Nebbia [4 maggio], Yosh Whale [5 maggio] e Gazebo Penguins [6 maggio]. Di seguito il programma completo delle tre serate:
Giovedì 4 maggio – Spazio211 Headliner: Post Nebbia Semifinalisti: Candra [Toscana], Fonni [Toscana], Giøve [Piemonte], Ufo Blu [Lombardia], Tommi Scerd [Liguria]
Venerdì 5 maggio – Off Topic Headliner: Yosh Whale Semifinalisti: Cassio [Toscana], Frenesi [Piemonte], Hey!Himalaya [Lombardia], Miglio [Emilia Romagna], MiVergogno [Marche]
Sabato 6 maggio– CAP 10100 Headliner: Gazebo Penguins Esibizioni dei 4 finalisti Consegna Targa Gran Torino al cantautore Dente Closing party con DJ Set
I biglietti per le tre serate sono disponibili su https://oooh.events . Per chi non potrà seguirla dal vivo, la finale verrà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del Premio Buscaglione, in diretta radio su RadiOhm e in diretta radio + video su RBE – Radio & TV.
Di tutto regolare che ci sta stretto, nostalgie pop punk e ciuffi che sudano al primo Rockish dell’anno.
Allo Spazio 211 eravamo tutti emo, insieme ai Melody Fall, i Dari e Walter Fontana dei Lost.
Con un sold out e ore di fila nel gelo e la nebbia di via Francesco Cigna, il Rockish saluta il nuovo anno con un promettente pienone. Cavalcando il nuovo tour italiano dei Dari e i quindici anni dei MelodyFall, preme i giusti tasti: quelli degli emo kids ormai adulti.
Una surreale notte di venerdì 13 di impazienti chiacchiere davanti al cancello dello Spazio 211, in attesa della tarda apertura. Si scrutano, gli emo kids, e si riconoscono, si raccontano dell’imbarazzo dei nomi su MySpace, di quella frase dei My Chemical Romance che scrivevano sul banco, dell’eyeliner messo male. Una cartolina dal 2008. In quel glorioso passato in cui i vestiti a rete, le Converse colorate e le Vans a scacchi, gli abbinamenti improbabili, il merch di Emily The Strange e il TRL post-pranzo e pre-compiti di matematica erano il capro espiatorio di turno. Niente di diverso dai trap boys 2016, tanto per dire. Essere le pecore nere a strisce rosa della classe, rifugiarsi nei formati mp3 e quei personaggi che ci parevano così magici e incredibili come solo gli idoli pre e adolescenziali possono sembrare.
La serata è cotta a puntino, con qualche incidente di percorso e qualche fonico sbiancato di fronte a pedali che non vanno e cavi che si staccano. Ma va bene così, a nessuno dei presenti interessano suoni puliti, impianti galattici e spettacoli pirotecnici. Si vogliono soltanto sentire sulla pelle i dodici, i tredici, i sedici anni, ancora una volta.
I Melody Fall si fanno sentire e acchiappano anche il pubblico stanco dall’attesa eterna, che un po’ si lamenta, un po’ poga felice e contento di ricordare quella canzone che ha ancora sull’iPod impolverato. I Dari sono una macchina del tempo e in quelle sonorità all’Alberto Camerini, quell’ironia che non prende niente sul serio eppure è necessaria, ci siamo tutti ritrovati adulti, all’improvviso.
Come tutti i riti collettivi del pop, rivivere un periodo in cui si era parte di qualcosa è un modo per esorcizzare le consapevolezze che non vorremmo avere, la paura del futuro, il tempo che passa. Insieme agli stessi artisti che quindici anni fa ci hanno fatto sentire compresi e che oggi sembrano soltanto altri ragazzini cresciuti; che hanno visto la consacrazione nelle camerette rivestite di poster in allegato a Teen Rock e sono scomparsi, chi più chi meno, sostituiti da altro, come le Barbie e i peluche.
Noi come loro, eravamo un branco di bambini soli con l’egocentrica, romantica convinzione di essere troppo sensibili per questo mondo.
Il 14 luglio all’interno del dehors di Edit si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della settima edizione del TOdays. Tre giorni di musica con 96 artisti per 16 band, 11 delle quali in esclusiva unica nazionale e 14 per la prima volta a Torino: è questo il programma del festival torinese in programma nell’ultimo fine settimana di agosto, dal 26 al 28, a sPAZIO211 e all’exFabbrica Incet.
A presentare gli artisti che saliranno sul palco ci hanno pensato Alessandro Isaia, Segretario Generale di Fondazione per la Cultura Torino e Gianluca Gozzi, direttore artistico del festival. Entrambi hanno spiegato come per tre giorni Torino diventerà una delle mete europee d’elezione per i giovani e gli appassionati della musica rock d’avanguardia, grazie alla variegata proposta di artisti alternative sia internazionali che italiani. Ha preso parola anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che si è detto orgoglioso dell’arricchimento del programma culturale torinese, grazie anche alla scelta coraggiosa degli organizzatori di valorizzare la periferia della città.
I palchi su cui si svolgerà il festival saranno due: il main stage degli spettacoli sarà il palco all’aperto di sPAZIO211, dove si alterneranno i concerti tra le ore 18.00 e le 24.00 per tutte le tre giornate. In tarda serata i live proseguiranno tra le mura della ex fabbrica Incet, con una serie di performance che permetteranno al pubblico di godere della musica dal vivo fino a tarda notte.
Le tre giornate sono state presentate con tre concetti chiave differenti: le performance del 26 agosto faranno da inno al superamento dei generi, quelle del 27 al talento e quelle del 28 alla gioia. Inoltre, i colori del logo di questa edizione veicolano le idee di apertura e di dinamicità alla base del festival: il nero, per andare oltre il buio e i confini, e il rosso, come simbolo del cuore pulsante e della passione.
Il programma e la timetable del festival:
venerdì 26 agosto
sPAZIO211:
18:45 GEESE -data unica italiana-
20:00 HURRAY FOR THE RIFF RAFF -data unica italiana-
21:20 BLACK COUNTRY, NEW ROAD -data unica italiana-
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