«Fare pop vuol dire essere se stessi». Le parole di Francesca Michielin durante la presentazione del suo primo romanzo Il cuore è un organo, edito da Mondadori, al Salone del libro di Torino colpiscono per la loro convinzione. La cantautrice, scardinando il luogo comune dell’artista “commerciale”, vede il suo genere di riferimento come una celebrazione della diversità, lontano dalle forzature canoniche di altri generi musicali. É dalla radicalità di questa affermazione che si sviluppa il suo racconto.
L’incontro, moderato dalla giornalista Simonetta Sciandivasci, si è aperto con la performance piano e voce di tre brani: “Io non abito al mare”, “L’amore esiste” e “Nessun grado di separazione”. I fan si sono riversati davanti al palco live del Salone del Libro nonostante il sole battente di mezza giornata, accompagnando Michielin sottovoce e tuttavia con passione. Sciandivasci ha poi esordito rimarcando la somiglianza tra il titolo del romanzo, lo slogan del Salone “Cuori Selvaggi” e l’illustrazione in copertina: una ragazza che tiene in mano il suo stesso cuore.
Il cuore è un organo narra dello scontro tra il razionale e il caso (o “caos”, come vuole sottolineare l’autrice), impersonato dalle due protagoniste: Verde, cantautrice e control freak, e Anna, ragazza scapestrata. Grazie alla natura metatestuale del romanzo e alla sua forte accezione emotiva, durante l’incontro Michielin è riuscita ad approfondire diverse tematiche: una relazione romantica ci fa scoprire chi siamo o ci frammenta? E se ci distrugge, è giusto o sbagliato? Fare musica è qualcosa che si fa per se stessi o per la piacevole attenzione che ne deriva?
«Coraggio deriva da cor, cordis» puntualizza Michielin, rivendicando i suoi anni liceali. L’intera chiave di lettura del suo lavoro (a detta sua più “libero” rispetto alla stesura di un testo per un brano) è quindi la ricerca di un coraggio necessario a vivere in modo più autentico, a seguire il cuore, ad abbandonarsi, ogni tanto, all’irrazionalità: «É nella contraddizione che cresciamo e troviamo un senso alle cose. Cambiare idea è fondamentale per la costruzione della nostra persona, non è da incoerenti».
Durante gli ultimi minuti dell’incontro, lasciati alle domande del pubblico, è intervenuto anche Eugenio Cesaro, voce degli Eugenio in Via Di Gioia, scambiando sguardi e sorrisi d’intesa con Michielin. La band e la cantante hanno infatti sorpreso il pubblico con l’esibizione di “In cima”, brano tratto dal nuovo album Amore e rivoluzione del gruppo torinese. Si è concluso così, tra applausi e sorrisi, l’incontro (con tanto di scherzoso stop alle domande per riuscire a vedere in tempo la Formula 1, di cui Michielin è appassionata).
Mentre Francesca Michielin si preparava per il firma copie, le sensazioni tra il pubblico erano di grande stima e soddisfazione. Il suo intervento al Salone del Libro 2022 ha confermato la cantautrice bassanese come una voce stimolante, capace di comunicare ansie, ossessioni e passioni dei giovani con grande umiltà e naturalezza.
Immagine in evidenza: Martina Caratozzolo
a cura di Mattia Caporrella