Inizio con il botto per l’Eurovision Song Contest 2023, che il 9 maggio, ha visto esibirsi nella sua prima semifinale tutti i super favoriti dell’edizione. Durante la serata hanno inoltre presentato i loro brani anche Marco Mengoni (Italia), La Zarra (Francia) e Lord of the Lost (Germania), che ascolteremo durante la gran finale del 13 maggio. Tatuaggi, regine ed unicorni: ora che abbiamo scoperto le dieci nazioni che continueranno il loro viaggio in quel di Liverpool, è il momento di rivedere insieme i brani di ieri sera.
Queen of Kings – Alessandra (Norvegia)
Singolo di debutto per la giovane italo-norvegese, che ha l’onore di aprire l’edizione 2023 dell’ESC. Un classico pezzo da Eurovision trionfante e incalzante, nonché un tempismo perfetto considerando la recente incoronazione.
Voto: 26/30
Dance (Our Own Party) – The Busker (Malta)
Loro sono la quota Citi Zēni del 2023 (non a caso la posizione in scaletta è la stessa): performance energica con qualche pseudo passo di danza improvvisato, ma la canzone non lascia il segno e la band rimane fuori dalla finale.
Voto: 23/30
Samo mi se spava – Luke Black (Serbia)
Brano sul desiderio dell’artista di evadere dal caos del mondo…dormendo. Atmosfere dark e una produzione elettronica degna di nota, che permette al brano di volare in finale nonostante la debole esibizione vocale del cantante.
Voto: Halo?/30
Aijā – Sudden Lights (Lettonia)
La Lettonia porta sul palco un brano non memorabile e prevedibilmente non riesce a superare la semifinale: ritentate il prossimo anno.
Voto: 18/30
Ai Coração – Mimicat (Portogallo)
Estetica un po’ vintage e molto, molto portoghese per Mimicat, soprannominata la Amy Winehouse del Tago. Con tutto quel rosso sarebbe stata sicuramente la preferita di Cristiano Malgioglio.
Voto: 24/30
We Are One – Wild Youth (Irlanda)
I premi performance più sottotono e canzone più basica della serata vanno all’Irlanda: brano sulla solidarietà che risulterebbe indigesto anche come colonna sonora dei prossimi Mondiali di calcio, non stupisce nessuno che abbiamo dovuto salutarli prima della finale.
Voto: I Cugini di Campagna l’hanno indossato meglio/30
Mama šč! – Let 3 (Croazia)
La Croazia ci presenta una folla satira sulla guerra, tra spogliarelli a metà performance e un uomo con due missili che sparano effetti pirotecnici: il caos regna sovrano per tre minuti buoni e conquista il televoto, che premia i Let 3 con la finale.
Voto: WTF/30
Watergun – Remo Forrer (Svizzera)
Dopo la canzone a tema volemose bene e la prospettiva provocatoria sulla pazzia della guerra, abbiamo una riflessione più emotiva e commovente sulla crudeltà bellica, presentata dalla terza evoluzione dell’archetipo del rappresentante svizzero. Tutto molto bello, ma è ora di cambiare registro.
Voto: 24/30
Unicorn – Noa Kirel (Israele)
Le acrobazie e la presenza scenica della rappresentante israeliana mascherano il fatto che “Unicorn” sia un mix confuso di tre canzoni diverse senza un’apparente soluzione di continuità, e ci ritroviamo così in finale la massima “I got the power of the unicorn / Don’t you ever learn?”.
Voto: 20/30
Soarele şi Luna – Pasha Parfeni (Moldavia)
Ritorno all’Eurovision per Pasha Parfeni che porta sul palco una canzone d’amore a sfondo folkloristico e con un drop suonato da un nano con il piffero. Incredibilmente, funziona.
Voto: 26/30
Tattoo – Loreen (Svezia)
Altro grande ritorno: Loreen, già vincitrice nel 2012 con “Euphoria”, si presenta con una performance di impatto e un pezzo pop che sembra confezionato alla perfezione per l’occasione. Favorita per la vittoria, riuscirà a confermare i pronostici o verrà insediata dal fenomeno finlandese?
Voto: 27/30
Tell Me More – TuralTuranX (Azerbaigian)
Schiacciati tra Loreen e le Vesna i rappresentanti dell’Azerbaigian non possono che funzionare come pausa bagno, e infatti il pubblico si dimentica di votarli per la finale.
Voto: 19/30
My Sister’s Crown – Vesna (Repubblica Ceca)
La Repubblica Ceca canta un inno femminista che riprende il campo semantico dei reali, presentando perciò molte affinità con il pezzo norvegese: potrebbe risultare meno immediato a causa dell’uso prevalente della lingua madre, ma il pubblico premia il gruppo e lo fa volare in finale.
Voto: 26/30
Burning Daylight – Mia Nicolai & Dion Cooper (Paesi Bassi)
Tra gli autori del brano appare anche l’ultimo vincitore olandese, Duncan Laurence, ma questo non basta per raggiungere la finale: il duetto non ha convinto il pubblico, probabilmente per la poca chimica tra i due interpreti e per le loro doti vocali scarsine.
Voto: 23/30
Cha Cha Cha – Käärijä (Finlandia)
Chiusura di fuoco per la prima semifinale con Käärijä, ovvero l’unico che secondo gli scommettitori potrebbe far vacillare il (già annunciato?) trono di Loreen. A sentire i boati della Liverpool Arena, sembra che la partita sia ancora assolutamente aperta.
Voto: 27/30
A cura di Giulia Barge