Continua la lunga traversata intrapresa dall’Unione Musicale nell’esecuzione integrale dei Lieder Schubertiani. Sabato 8 febbraio al teatro Vittoria di Torino il secondo appuntamento dell’anno: protagonista l’animo maschile, speculare al primo concerto tutto al femminile.
Erik Battaglia, docente al Conservatorio G. Verdi di Torino e curatore del progetto, presenta come di consueto l’evento. Le sue parole, brevi ma incisive, affrontano subito il tema della serata: l’essere maschile e il suo rapporto con l’amore. Questo concerto, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non poteva mancare di una introduzione; la produzione liederistica ottocentesca nasconde intrecci culturali, storici e interdisciplinari che senza un’adeguata presentazione non potrebbero essere riconosciuti. Battaglia, che non a caso detiene la cattedra di musica vocale da camera, ha saputo fornire le giuste chiavi di lettura. Lo spettacolo è iniziato ancora prima della musica, dimostrando la bellezza delle connessioni di quest’arte in rapporto al suo ambiente culturale, alla sua storia e parlando della capacità di Schubert (ma anche di Schumann e Wolf, fra quelli citati) di sondare le profondità dell’animo umano senza tuttavia esprimerla verbalmente.
Introdotta dalla parola, la musica fa il suo ingresso sul palco con due soli interpreti, Stefano Gambarino e Cristian Chiggiato, assieme al pianista accompagnatore Davide Pirroni. La scena è minimale: due uomini si incontrano e solo una cosa li accomuna, il canto dei loro amori. Sono individui senza un’identità precisa, che hanno vissuto passioni diverse e contrastanti; talvolta si lanciano in spericolati elogi alla bellezza di qualche fanciulla, oppure declamano ricordi di amori passati; si improvvisano cantori di vicende che forse hanno vissuto, o forse mai. I ventiquattro Lieder scelti per questo ciclo, chiaramente, non sono connessi l’uno all’altro. Le date di composizione definiscono parecchi anni di distanza, motivo in più per riconoscere nella selezione dei curatori l’assoluta padronanza della materia. Spiccano in questa raccolta alcuni brani noti per il loro lirismo musicale e poetico. Sopra tutti sicuramente Ständschen, forse uno dei Lieder più famosi del compositore, ma si trovano altresì perle quali Julius an Theone su testo di Matthisson e Der Rattenfänger di Goethe, ovvero il pifferaio o l’accalappiatore di ratti, celebre fiaba che nel corso della storia fu oggetto di numerose rielaborazioni artistiche.
Gambarino e Chiggiato, rispettivamente tenore e baritono, dimostrano grande consapevolezza stilistica del repertorio affrontando egregiamente alcune delle maggiori difficoltà che la musica vocale da camera presenta: diminuendi e pianissimi nel registro acuto, elevata espressività e pronuncia limpida per una discorsività comprensibile. Un merito va anche alla loro capacità di dosare l’energia vocale nel prolungato alternarsi di interventi musicali. Lodevole anche Davide Pirroni, che con un ottimo tocco al pianoforte e una raffinata musicalità rimane all’accompagnamento per un’ora intera di musica, superando ostacoli tecnicamente difficili.