Attesa più dell’elezione del Presidente della Repubblica, la serata delle cover al 72° Festival di Sanremo è finalmente arrivata, tra piacevoli sorprese e dolorosissime conferme.
Noemi – You make me feel (like a natural woman)
Un inizio col botto e una Noemi che si autoproclama quella con l’ugola migliore e fa di tutto per dimostrarlo, strabordando in un finale in crescendo che manco le peggiori tamarrate pop americane. Si parte in quarta.
Voto: 26/30 e Premio polipo alle corde vocali
Giovanni Truppi e Vinicio Capossela con Mauro Pagani – Nella mia ora di libertà
Truppi ha voluto strafare accollandosi un brano di De Andrè, scelta che quasi sempre finisce col ritorcersi contro il diretto interessato. Vinicio Capossela in cosplay da Guccini arriva a salvare la situazione.
Voto: 24/30
Yuman – My way
Poche cose occorrono a Sanremo per mantenere l’ordine dell’universo: le Vibrazioni, i monologhi paraculi all’una di notte e “quello con la voce soul” che sceglie un brano da crooner per sfoggiare il timbro vocale e far finta di essere diverso dagli altri. Tutto regolare.
Voto: 22/30
Le vibrazioni con Sophie and the giants – Live and let die
Lasciate che Paul McCartney viva la sua vecchiaia in pace, per carità.
Voto: 18/30 Premio cover band del liceo
Sangiovanni e Fiorella Mannoia – A muso duro
Se doveva arrivare Sangiovanni a dimostrare come fare propria una cover senza scopiazzare, siamo messi proprio male. L’intervento della Mannoia utile come l’effetto larsen.
Voto: 27/30
Emma con Francesca Michielin – Baby one more time
Probabilmente una scelta azzardata, quella di portare un brano che o lo si esegue così com’è o lo si destruttura completamente. Il tentativo di un arrangiamento diverso, un po’ anni ‘20, c’è stato, ma non è abbastanza e la cover passa un po’ inosservatal. Peccato.
Voto: 22/30
Gianni Morandi e Jovanotti – Medley
Un Jova beach party mancato ma evidentemente ben pensato ed efficace, visto l’entusiasmo del pubblico e il risultato della classifica.
Voto: zio mbriaco al karaoke/30
Elisa – What a feeling
Se proprio bisogna arrendersi alla dittatura degli anni ‘80, che Flashdance, scaldamuscoli e body scosciato siano! D’altronde rifarsi le orecchie con l’ugola d’oro di Elisa non fa male, soprattutto all’Ariston.
Voto: 28/30
Achille Lauro e Loredana Bertè – Sei bellissima
Un Lauro così ispirato ed emozionato non si vedeva da quando aveva trenta motorini e neanche uno suo. Questo struggente connubio tra due anime in pena ha funzionato parecchio; tra i migliori della serata.
Voto: 29/30
Matteo Romano e Malika Ayane – Your song
Matteo Romano, a metà tra un idol k-pop e un bambino generico di sfondo in quelle commedie per famiglie anni ‘90, è un bravo interprete. E basta. Questo è il problema.
Voto: 25/30
Irama e Gianluca Grignani – La mia storia tra le dita
Gianluca Grignani cerca un po’ troppo di contrastare il logorio della vita moderna e assume Cynar probabilmente in endovena diretta. Povero Irama.
Voto: 18/30 e Premio Amaro Montenegro
Ditonellapiaga e Donatella Rettore – Nessuno mi può giudicare
Se la scelta di non riarrangiare una cover e rifarla per filo e per segno come l’originale è già di per sé discutibile, cantare in duetto senza armonizzare manco per sbaglio, è diabolico. La buona volontà di riportare il beat all’attenzione del pubblico è lodevole, ma perché sempre e solo la Caselli?
Voto: 23/30
Iva Zanicchi – Canzone
La Zanicchi la voce ce l’ha, questo è chiaro. Soprattutto perché ha deciso di interpretare questa piccola perla di Milva con un’aggressività inaspettata e francamente non necessaria. Forse la cannabis di Ornella Muti non ha circolato abbastanza nei camerini.
Voto: tisanina/30
Ana Mena e Rocco Hunt – Medley
D’altronde, alle 23 di venerdì sera, Ariana Grande della Lidl e Enzo Dong comprato su Wish erano esattamente quello di cui avevamo bisogno.
Voto: 0/30
La rappresentante di lista, Margherita Vicario, Cosmo e Ginevra – Be my baby
Le meraviglie dell’arrangiamento arrivano – finalmente – con questo dream team veramente efficace. Azzeccata la scelta di un brano forte già di per sé ma anche molto malleabile e stimolante da interpretare a modo proprio. Un monito per il prossimo Festival: più Ginevra, meno Iva Zanicchi.
Voto 29/30
Massimo Ranieri e Nek – Anna verrà
Finché c’è Massimo Ranieri sul palco, tutto bene: interpretazione magistrale, controllo vocale buono, nonostante l’età e l’emozione. Poi arriva Nek tipo demone della paralisi del sonno e finisce la magia.
Voto: 23/30
Michele Bravi – Io vorrei… non vorrei…ma se vuoi
Battisti non si tocca. Se si tocca, conviene non essere Michele Bravi in una versione raffinata di Gigi e Ross che imitano gli Zero Assoluto cantando tutto sottovoce per non disturbare.
Voto: 24/30
Blanco e Mahmood – Il cielo in una stanza
I Romina e Albano della GenZ, Blanco e Mahmood non ne sbagliano una. Cantano Paoli con delicatezza, raffinatezza e rispetto, senza per questo adagiarsi sulla pura imitazione dell’originale.
Voto: 29/30
Rkomi e i Calibro35 – Medley Vasco Rossi
Con Rkomi col parrucchino e a torso nudo, anche la quota addominale e capezzolo al vento per stasera ce la siamo portata a casa. I Calibro35 sacrificati da un’interpretazione da karaoke in pizzeria è un delitto, soprattutto all’una e mezza di notte.
Voto: 23/30 e Premio addio al nubilato
Aka7even e Arisa – Cambiare
Dopo aver impersonato i One Direction di Vico Equense, Aka7even non si arrende e sceglie Arisa come compagna di un duetto tipo finale della Disney in cui tutto si risolve e i protagonisti limonano. Tutto sulla pelle di questo pezzaccio di Alex Baroni, che giusto Giorgia può cantare.
Voto: 24/30
Highsnob, Hu e Mr.Rain – Mi sono innamorato di te
La magia di Sanremo può tutto, anche far scomparire i tatuaggi di Highsnob. A questo punto si poteva andare fino in fondo e far evaporare anche Hu e Mr.Rain, risparmiandoci questa catastrofe acustica annunciata.
Voto: sottozero/30
Dargen D’Amico – La bambola
Alla quarta serata del Festival, Dargen ha tirato fuori l’artiglieria pesante e ha fatto quello che il suo pubblico si aspettava da lui fin dall’inizio: un arrangiamento tamarro e caciarone, un po’ irriverente ma decisamente ben fatto.
Voto: 26/30
Giusy Ferreri e Andy – Io vivrò senza te
Proprio come quegli incidenti d’auto disastrosi che sai ti lasceranno un trauma indelebile ma non puoi fare a meno di guardare, per qualche strana perversione voyeuristica è difficile staccare gli occhi dall’immagine di Giusy Ferreri che prende a picconate Battisti. Andy suona il sassofono nell’apocalisse come i violinisti sul Titanic.
Voto: #FreeLucio/30
Fabrizio Moro – Uomini soli
Il cambio di tonalità per permettere a Fabrizio Moro di arrivare là dove solo Facchinetti poteva osare, fa rimpiangere gli acuti di Paolo Bitta. La svolta elettronica tunz tunz sulla seconda strofa, di certo, non aiuta.
Voto: 18/30 e Premio Mi dispiace, devi andare
Tananai e Rosa Chemical – A far l’amore comincia tu
Il sesso italiano a Sanremo? Basterebbe questo per gridare alla hit assoluta, ma Tananai e Rosa vanno oltre e confezionano una delle poche cover davvero interessanti e riuscite della serata. Rosa appare in tutto il suo splendore, autentico e per niente mortificato, come – ahimè – spesso accade quando certi personaggi varcano le soglie dell’Ariston. Bravi!
Voto: 29/30