È opinione diffusa che da un po’ di tempo a questa parte il rock sia un genere piuttosto bistrattato in Italia, eccezion fatta per i gruppi storici che entrano nella categoria degli artisti ritenuti intoccabili. Ai Limeoni (pronunciato “làimoni”) questo sembra però non importare, e “rock” è l’unico termine che può descrivere la loro anima musicale.
Sabato 7 maggio al Circolo Arka di Chieri – conosciuto da molti come il Patchanka – si è tenuta una serata all’insegna della musica indipendente. Su un palco arredato esclusivamente da strumenti musicali e un tappeto logoro, si sono esibiti prima Stefano Casetta e poi SAM, due giovanissimi cantautori pop che nonostante l’apparente insicurezza sono riusciti a scaldare il pubblico per l’arrivo dei Limeoni.
Formatasi nel 2018, la band composta da Emanuele Piovano (voce, chitarra), Francesco Berruto (violino), Ivan di Buduo (batteria), Fabio Saba (basso) e Aron Lazzari (chitarra) comincia ad esibirsi per strada con un repertorio acustico; recentemente ha pubblicato il suo primo singolo ufficiale, “Feeling Colder”, prodotto e distribuito da Pan Music.
L’atmosfera del Circolo Arka è un’atmosfera famigliare, in cui tutti si conoscono e si danno man forte per supportare gli artisti di casa: l’accoglienza riservata ai Limeoni è calorosa, il pubblico è entusiasta di ballare e cantare su un repertorio che varia dal rock’n’roll al country al folk, generi che fanno onore al graffiato di Piovano. Inediti e cover si susseguono velocemente intorno a un tema portante che viene più volte menzionato dal frontman, ovvero la libertà: libertà di esprimersi, di vivere, libertà di voler essere sé stessi. L’intera performance è pura energia e intrattenimento, e «come in ogni concerto che si rispetti, una cazzo di corda deve saltare, altrimenti vuol dire che non lo stiamo facendo bene». L’unico momento di pausa è quando il batterista si trasferisce al cajòn per un breve repertorio acustico; la “quiete” dura poco, poiché poco dopo il violinista balza in piedi su un amplificatore per esibirsi con una versione rivisitata di “I’m Shipping Up To Boston” – brano originale dei Dropkick Murphys –, mentre il cantante si toglie la maglia per lanciarla (il pubblico la afferra prontamente).
I brani dei Limeoni consolidano la loro già definita identità, ovvero quella di una band rock a tutti gli effetti: la scrittura – esclusivamente in inglese ad eccezione di “Riflessi”, frutto di una collaborazione con il cantautore chierese Ettore Dafarra – è semplice e pulita, il sound richiama le sonorità di artisti come i Creedence Clearwater Revival, Chris Stapleton, Foo Fighters – soprattutto per quanto riguarda la somiglianza con la voce di Dave Grohl –.
Il concerto termina così come è iniziato, ovvero in un tripudio di urla ed entusiasmo: la serata non vorrebbe finire nonostante sia già l’una, ma i Limeoni promettono di ritornare presto sul palco. La scena musicale di Chieri andrebbe tenuta d’occhio per il futuro, perché potrebbe riservare altre piacevoli sorprese.
A cura di Ramona Bustiuc