Sabato 25 maggio si è tenuto all’Auditorium RAI «Arturo Toscanini», l’ultimo appuntamento della stagione 2018-2019 dell’Unione musicale: una stagione ricchissima con oltre 130 appuntamenti, di cui 58 concerti. L’ultima serata vede come protagonisti due eccellenze della musica classica: l’ensemble dei Virtuosi Italiani e il violoncellista Mischa Maisky, con un programma che unisce compositori di diverse epoche e nazionalità, partendo dai classici Haydn e Mozart e arrivando fino a Schumann e Šostakovič.
I Virtuosi Italiani aprono il concerto con il Divertimento per archi n. 1 in re maggiore, famoso brano di Mozart dove si alternano movimenti di danza e passaggi solistici e virtuosistici. Classe ed eleganza caratterizzano questo ensemble, che personalizza il brano mozartiano con raffinati passaggi dinamici tra un movimento e l’altro.
Dopo i meritatissimi applausi, il pubblico aspetta in silenzio il grande violoncellista. Mischia Maisky, uno degli interpreti più famosi al mondo, ha appena lasciato alle sue spalle un anno di grandi successi che comprendono: un tour mondiale che festeggia i suoi 70 anni, e il premio alla carriera ricevuto a Istanbul.
Già dalle prime note del Concerto n. 1 in do maggiore per violoncello e orchestra di Haydn si sente la grande intesa che il solista ha con l’ensemble dei Virtuosi italiani, il quale segue Maisky in tutte le dinamiche e gli accenti del pezzo. Tecnica, precisione e stile sono elementi naturali del violoncellista, caratteristiche che si notano già dal primo movimento in cui elabora infinite soluzioni tecniche scritte da Haydn, ottenendo sempre quel giusto compromesso tra dinamica e scioltezza che solo in pochi sanno raggiungere. La musica scorre velocemente passando dall’emozionante Adagio del secondo movimento al brillante Allegro molto, che chiude il concerto con richiami ai temi del primo movimento.
Una piccola pausa programmata serve al solista per il passaggio da una esecuzione all’altra. Maisky ci porta in un’altra epoca, quella romantica, con il Concerto in la minore per violoncello e orchestra di Robert Schumann. In contrasto con il concerto classico di Haydn, i tre movimenti di Schumann procedono senza soluzione di continuità, nel tentativo di superare lo schema compositivo del passato in nome di una maggiore libertà espressiva. Ed è proprio la libertà espressiva ciò che Maisky propone al pubblico, esprimendo tutto se stesso con fraseggi melodiosi che fanno venire i brividi. Il momento più emozionante del concerto è proprio il duetto del secondo movimento tra il solista e il primo violoncello: i due maestri trasmettono l’intreccio sonoro tramite un dialogo di emozioni, in un percorso melodioso che tocca profondamente l’anima dell’ascoltatore.
Gli applausi infiniti del pubblico portano il violoncellista ad altri due emozionanti bis: Andante cantabile per violoncello e archi di Čajkovskij e Bourrée dalla Suite n. 3 di Bach.
Dopo un’altra breve pausa I Virtuosi Italiani riprendono di nuovo il ruolo di solisti con l’ultimo pezzo della serata: la Sinfonia da camera per archi op. 110 di Dmitri Šostakovič. L’ensemble passa da un compositore all’altro senza mai perdere in potenza e disinvoltura, soprattutto nell’ultimo pezzo di Šostakovič. L’intreccio di suoni, prodotto dal dialogo dell’ensemble con il primo violino fa da guida al tema principale della composizione, che si sviluppa sempre di più raggiungendo l’apice emotivo nell’ultimo movimento della sinfonia.
Arrivati al gran finale, la sala esplode in un lungo applauso, che ottiene il bis dell’ensemble: Elegia per archi di Čajkovskij.