Da Evan Parker a Thurston Moore, ecco in cosa consisterà il festival di quest’anno
La sonorità sperimentale di JAZZ IS DEAD! torna, per la terza volta, a popolare il Cimitero di San Pietro in Vincoli di Torino. La serie di eventi, distribuita nelle tre giornate del 24, 25 e 26 maggio, verrà inaugurata in qualità di epilogo del Torino Jazz Festival.
Una menzione speciale spetta certamente al nome del festival, tanto controverso da aver scatenato polemiche con alcuni dei numerosi ospiti internazionali: JAZZ IS DEAD! – spiega il direttore artistico Alessandro Gambo – non si riferisce tanto alla definitiva scomparsa di un genere, quanto alla volontà di esaltare le sonorità di artisti che hanno saputo sfruttare il jazz “obsoleto” come trampolino di lancio verso un terreno sperimentale, inedito, provocatorio.
Tanto più, gli eventi di JAZZ IS DEAD! saranno ospitati dal Cimitero di San Pietro in Vincoli: riaperto nel 1988, a più di un secolo dalla chiusura, il cimitero è oggi teatro di numerose manifestazioni artistiche e culturali, realizzate e accolte dalle tre compagnie residenti, A.C.T.I. Teatri Indipendenti, Il Mutamento Zona Castalia e LabPerm di Domenico Castaldo.
L’edizione del festival è la terza, e tre sono le “dimensioni” che il direttore artistico si propone di rappresentare nel programma, a partire dal motivo tridimensionale della locandina. Le sonorità sperimentali di JAZZ IS DEAD! saranno infatti “costruite” su un piano cartesiano di tre giornate: le prime due, ASSE Y e ASSE X, dedicate alle progressioni verticali dell’elettronica minimalista e al vasto orizzonte della musica mondiale; la terza, ASSE Z, rivolta verso le profondità dell’introspezione musicale, in concomitanza con la celebrazione del Drone Day.
Nell’arco delle tre giornate si esibiranno esponenti nazionali e internazionali di avant jazz, strumentale e post minimalista. Tra i nomi proposti troviamo i The Necks, definiti dal New York Times “the greatest trio on Earth”; Lino Capra Vaccina, artista di culto proveniente dalla cerchia sperimentale di – fra gli altri – Franco Battiato; Thurston Moore, fondatore negli anni ottanta dei Sonic Youth. Il culmine sarà raggiunto domenica, con l’esibizione di uno dei maestri riconosciuti del free jazz, Evan Parker.
JAZZ IS DEAD! non tralascia il ballo, e ospiterà anche DJ set di artisti quali Luca Lozano e The Maghreban.
Assieme al concetto di tridimensionalità, il direttore artistico associa al numero tre, three, il termine “libero”, free, rappresentativo di quella libertà di cui JAZZ IS DEAD! è promotore.
Il festival, in effetti, è nato nel 2017 in occasione del sessantesimo anno dalla nascita di ARCI la quale, ha ribadito il presidente Andrea Polacchi, è da sempre impegnata nella promozione di fenomeni artistici definiti provocatori, eretici, e per questo ignorati dal mercato.
Ciò che rende JAZZ IS DEAD! uno dei più “forti” festival in circolazione è, a detta di Polacchi, la sua capacità di attrarre un pubblico fortemente eterogeneo, esattamente come gli artisti invitati a partecipare: il festival coinvolge una consistente varietà di musicisti di nazioni diverse, generi e generazioni, con l’unico scopo di abbattere i muri imposti all’espressione artistica.
A cura di Zeno Slaviero