Archivi categoria: Stagione 2023/2024

Grigory Sokolov: un inno alla musica sull’altare del Lingotto

Quando la musica trasforma la sala da concerto in un vero e proprio tempio, quasi sacro, gli elementi esibizionisti e l’esteriorità dei gesti diventano superflui. La musica diventa un flusso continuo, l’attenzione si concentra sui suoni precisamente eseguiti e calibrati in ogni singolo parametro portando così lo spettatore ad assumere un atteggiamento di completa devozione nei confronti di quello che succede sul palco.

Questo è proprio quanto accaduto all’auditorium Lingotto «Giovanni Agnelli»,l’8 novembre 2023 in una serata realizzata in collaborazione tra Lingotto Musica e Unione Musicale.
Ancora una volta la sala torna a vedere tutti i suoi posti a sedere occupati: i biglietti per il concerto del grande pianista Grigory Sokolov sono sold out.

Nel 1966, a soli sedici anni, Sokolov vince il Primo Premio al Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca guadagnandosi grande fama internazionale. Lo studio del pianoforte inizia, però, già all’età di cinque anni per poi procedere, due anni dopo, con l’ammissione al conservatorio di Leningrado. Consueto collaboratore di prestigiose orchestre come la Philharmonia Orchestra, decide di dedicarsi alla carriera solistica. Considerato uno dei più grandi pianisti di oggi, Sokolov è conosciuto per la sua totale devozione nei confronti della musica, per la sua grande attenzione – quasi maniacale – dei dettagli e per il suo repertorio che vede spaziare dalla polifonia medievale al repertorio classico-romantico fino ad arrivare al Novecento. Negli ultimi anni lascia però spazio a concerti cameristici incentrati su brani più intimi prediligendo compositori come Bach, Chopin, Beethoven, Mozart, Schubert.

Dalla pagina web di Lingotto Musica

Non una parola e non un gesto fuori posto, Sokolov sale sul palco e, dopo un inchino, senza alcun tentennamento appoggia le mani sulla tastiera del pianoforte e immediatamente dà avvio ad un programma bachiano senza soluzione di continuità che coinvolge il pubblico in un vero e proprio rito. Nessuna pausa e nessuna parola, solo la musica che diventa protagonista facendo quasi dimenticare che sul palco c’è un soggetto in carne ed ossa.

Le note fluiscono con scale veloci, trilli, cromatismi delicati che Sokolov riesce a rendere con una freddezza tecnica ed espressiva che dimostra perfettamente il suo approccio alla musica: rigore e un intenso studio dei brani. La sua tecnica e rigidità paradossalmente però riescono a trasmettere qualcosa al pubblico, che resta tutto il tempo con gli occhi fissi su di lui.
Gli accordi e le singole note acquistano vita propria grazie all’abilità di Sokolov di creare polifonie che sembrano modificare il timbro del pianoforte, trasformando anche i suoni più leggeri, delicati e impalpabili in sostanza consistente. La sua abilità nel modulare perfettamente l’intensità di ogni singola nota , di avere una precisissima sensibilità nella pressione dei tasti, dà vita ad un pianissimo di grandissimo effetto che sospende il fiato del pubblico.

Con il prosieguo della serata, Sokolov porta sul palco la Sonata n.13 e l’Adagio K540 di Mozart dimostrando la sua maestria nell’interpretazione della complessa struttura mozartiana. L’esecuzione ricca di dettagli e sfumature trasporta gli spettatori all’interno di un’intensa gamma di emozioni: come ipnotizzati o in uno stato di catarsi, si lasciano trasportare dalle note perfette eseguite dal pianista e diventano partecipi di un viaggio che si è trasformato in un’esperienza sempre più spirituale e profonda.

Dalla pagina web di Lingotto Musica

Per concludere Sokolov non ha deluso le aspettative del pubblico che attendeva con ansia di sapere quanti bis avrebbe riservato alla platea torinese. Sei piccole miniature poetiche, hanno visto come protagonisti tre compositori di epoche differenti: Rameau, Chopin e Rachmaninov. Il programma si è tinto di un’espressività e di sonorità inesplorate fino a quel momento. Forse più stanco e più libero dalla pressione di dover eseguire perfettamente ogni brano, ha messo da parte la perfezione tecnica per creare emozioni sempre più intense.

Anche le entrate e uscite di scena hanno contribuito a creare la sensazione di partecipare ad un rituale musicale. Il pianista attraverso pochi e semplici movimenti, sempre uguali, ha creato sul palco un ambiente teatrale ed ipnotico. Il suo corpo improvvisamente sembrava essere un automa che eseguiva alla perfezione ogni singolo ingresso e uscita di scena, persino la regolarità dei tempi era scandita con una precisione metronomica. 

Uno spettacolo dunque ricco di emozioni contrastanti, di silenzi devoti, ricco di dettagli curati che hanno contribuito alla realizzazione di un atto di preghiera nei confronti di compositori che ci hanno lasciato in eredità grandi opere.

A cura di Ottavia Salvadori

C2C: Torino diventa capitale italiana dell’Avant Pop

Che il C2C sia uno dei festival italiani più attesi all’anno lo si può notare dalla quantità di spettatori giunti, nelle giornate di venerdì 3 e sabato 4 novembre, a Lingotto Fiere. Per l’occasione i padiglioni hanno cambiato veste grazie alle installazioni luminose, creando la giusta atmosfera per l’immersione totale in un altro mondo. Due palchi, il main e lo Stone Island, che ospitano un’eterogeneità di artisti più o meno conosciuti della scena avant-pop ed elettronica. Da anni il festival riconferma la sua mission: essere un punto di riferimento, in Italia, per gli amanti di una certa estetica sonora. E ci riesce benissimo.

C2C
Foto di Elisabetta Ghignone

Dopo il dj set nella giornata di giovedì, ritroviamo Caroline Polacheck tra i big del venerdì. Presentando alcuni dei brani del suo ultimo lavoro discografico, ha dato vita ad uno spettacolo etereo, come la sua voce, andando a confermare il successo sempre più crescente della cantautrice statunitense. In molti hanno comprato il biglietto solo per assistere al suo live, arrivato per la prima volta sul suolo italiano. A seguirla gli Overmono, il duo gallese formato dai fratelli Russell. Un misto di dance, drum and bass, hip hop e altri generi elettronici, con il loro live hanno fatto ballare l’intera platea presente. In molti lo acclamano come miglior momento della serata. In chiusura troviamo Evian Christ, dj e produttore inglese, che apre il suo set con l’inno della Champions League.

C2C
Foto di Martina Caratozzolo

Parallelamente sul Stone Island Stage, coperti da altissime colonne di casse, vari dj si contengono la parte più “ballereccia” di questo festival. Dall’ambient notturno degli Space Afrika all’elettronica Berghain style di Avalon Emerson, il popolo del Club to Club balla ininterrottamente, senza accennare stanchezza, come se fossero del tutto ignari delle ore passate sotto cassa. La serata si chiude con un senso di euforia generale, ma anche di stanchezza vista la tarda ora. Per molti l’esperienza del C2C finisce qui, ma per altri è solo l’inizio di quello che li aspetterà il giorno successivo.

C2C
Foto di Martina Caratozzolo

Sabato inizia con il ritorno più atteso di questa ventunesima edizione, quello dell’eclettico Yves Tumor. L’artista statunitense non si risparmia nel dar vita ad un live spettacolare, completamente fuori dagli schemi. Peccato fosse un po’ penalizzato per l’acustica, che non ha permesso di far godere appieno quanto succedeva sul palco. A seguirlo un altro nome super atteso: King Krule. Con un live emozionante che ripercorreva tutta la sua carriera, ha raccolto tutti i presenti (o quasi) sotto al main stage. Dopo di lui, Flying Lotus e di Moodymann hanno infiammato la serata. Il primo ha selezionato per il suo set alcuni dei brani dai suoi ultimi dischi Yasuke e Flamagra, con tanto di trasformazione nel suo alterego rap per regalarci un’esibizione in pieno stile Flying Lotus. Il secondo prende al volo l’eredità lasciata dal suo predecessore e continua a far ballare l’intera platea, che nonostante la stanchezza non ha alcuna intenzione di lasciare il proprio posto. Menzione d’onore per i ledwall, sui quali si sono susseguiti video e animazioni generate con l’Intelligenza Artificiale, che hanno reso l’atmosfera ancora più coinvolgente.

C2C
Foto di Elisabetta Ghignone

Si concludono così i live del Lingotto Fiere, che lasceranno il posto alla giornata finale di domenica alle OGR. Anche con questa edizione, il C2C si riconferma uno tra i migliori festival musicali a livello internazionale. Lo dicono i numeri tra ospiti e spettatori presenti, alcuni dei quali venuti appositamente a Torino. E il motivo di tanto successo è da ricercare nell’atmosfera complessiva che regala; infatti, è difficile non sentire un po’ di nostalgia appena le luci si spengono definitivamente.

A cura di Erika Musarò

Foto copertina di Elisabetta Ghignone

Concerti Fuorisede: gli Aso e i Frenesi al Blah Blah

Scritte sui muri, poster di rock band e odore di birra: il Blah Blah di via Po si presenta così al pubblico che sfida la minaccia pioggia pur di esserci alla prima serata della rassegna “Concerti Fuorisede”. Il 14 settembre ha avuto inizio un nuovo format che ogni mese vedrà esibirsi band ed artisti emergenti in diversi locali torinesi. La prima serata ha visto come protagoniste due band: gli Aso e i Frenesi.

Gli Aso, direttamente da Lecco e per la prima volta in Piemonte, suonano un rock che definiscono «brutto e sporco» per via del sound grezzo. L’inizio strumentale in crescendo incuriosisce il pubblico, che si avvicina timidamente al palco. I loro brani, per lo più inediti non ancora pubblicati, sono in italiano e rimangono impressi in chi li ascolta per via dei giri di basso ostinato e per la performance energetica della band.

Aso
Gli Aso (credits foto: Elisabetta Ghignone)

Alla fine del loro set Narratore Urbano, artista emergente di Torino nelle vesti di presentatore della serata, chiama sul palco i Frenesi. La band piemontese reduce dall’ultima edizione del Premio Buscaglione porta sul palco diverse cover, tra cui “Back to Black” di Amy Winehouse e «Love in Portofino» di Fred Buscaglione, che avevano portato in gara proprio durante il premio, durante il quale ogni artista era invitato a suonare un brano di Buscaglione.

Frenesi
I Frenesi (credits foto: Elisabetta Ghignone)

I Frenesi più che una band sono una famiglia e la loro intesa sul palco è ben chiara fin dalle prime note, tra scherzi e sorrisi. La frontman Martina intona i brani con la sua voce calda e presenta “Organico”, l’ultimo singolo uscito lo scorso giugno. I loro testi trattano tematiche impegnate, come il problema ambientale o la violenza di genere, e hanno come scopo quello di far riflettere le persone attraverso la musica.

Frenesi
I Frenesi (credits foto: Elisabetta Ghignone)

La serata si conclude tra le note di “Love’s stranger” dei Warhaus, ma lo show si sposta al di fuori del locale, dove le band scambiano quattro chiacchiere con chi è venuto ad ascoltarli.

Un buon inizio per una rassegna che nasce con lo scopo di dare spazio agli artisti emergenti di Torino e non solo. Per restare aggiornati sulle prossime date in programma vi consigliamo di seguire il profilo Instagram di “Concerti Fuorisede”.

A cura di Martina Caratozzolo

La musica classica riparta da Piazza San Carlo

L’OSN Rai e Stefano Bollani per MiTo Settembre Musica 2023

MiTo SettembreMusica è la dimostrazione che la musica sinfonica piace ancora, ma deve essere a un prezzo accessibile. Nella serata di sabato 9 settembre, oltre 5000 persone si sono riunite in Piazza San Carlo per New York, New York, concerto il cui programma ruotava proprio intorno agli ambienti e alle atmosfere della Grande Mela. 

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Juraj Valčuha – attualmente direttore d’orchestra della statunitense Houston Simphony – ha fatto vivere al pubblico molto diversificato un’esperienza di ascolto riservata ormai ai pochi habitué della musica classica, suscitando grandi applausi ed espressioni meravigliate anche fra i numerosi bambini e adolescenti presenti. 

Sabato 9 settembre 2023 Piazza San Carlo MITO SettembreMusica TO -NEW YORK, NEW YORK Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore Stefano Bollani, pianoforte Foto: Gianluca Platania

Partendo dal newyorkese (di adozione) per eccellenza Leonard Bernstein con l’Ouverture dell’operetta comica Candide – tratta dall’omonima novella di Voltaire –, passando per la prima esecuzione italiana di Red da Color Field, composizione per orchestra ispirata al quadro “Orange, Red, Yellow” del pittore Mark Rothko e al concetto della sinestesia (l’accostamento di un suono a un colore) della compositrice contemporanea Anna Clyne, si è arrivati a Stefano Bollani, applauditissimo, che sul palco in un total white che mette particolarmente in risalto la sua figura. 

Sabato 9 settembre 2023 Piazza San Carlo MITO SettembreMusica TO -NEW YORK, NEW YORK Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore Stefano Bollani, pianoforte Foto: Gianluca Platania

Inizia così l’esecuzione di Rhapsody in Blue di George Gershwin, il manifesto per eccellenza della New York anni Venti, in cui Bollani spicca non solo per le sue indiscusse doti da pianista, ma anche per la sua travolgente energia: il jazzista saltella, alza una gamba, si ferma, riparte, alza l’altra gamba. La folla lo applaude, applaude l’orchestra, poi Bollani esegue due bis da solista: America, tratto dal primo atto dell’acclamatissimo musical West Side Story di Bernstein, e la colonna sonora che Nino Rota compose per l’di Fellini. 

La serata si conclude con la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”, di Antonín Dvořák, così intitolata poiché composta nel periodo in cui il compositore ceco risiedeva negli Stati Uniti: risultano infatti evidenti le suggestioni degli gli spiritual afroamericani e della musica dei nativi americani.

Sabato 9 settembre 2023 Piazza San Carlo MITO SettembreMusica TO -NEW YORK, NEW YORK Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore Stefano Bollani, pianoforte Foto: Gianluca Platania

Nonostante l’impeccabile esecuzione dei musicisti in una bellissima cornice come quella di piazza San Carlo, purtroppo l’acustica del luogo e il fatto che oltre la metà degli spettatori stesse assistendo al concerto in piedi o seduta a terra, ha impedito di godersi appieno la serata. Molte persone hanno cominciato ad andare via subito dopo la performance di Bollani, altre ancora hanno deciso che un concerto era l’occasione giusta per videochiamare zii e cugini. I più concentrati? I bambini, impegnati a dirigere l’orchestra da lontano, seduti sulle spalle dei genitori, o a improvvisare qualche balletto. 

Insomma, a chi non ha speranze negli adulti del futuro possiamo dire di stare tranquilli, perché anche loro sono capaci di apprezzare la bellezza della musica. Forse bisognerebbe riflettere maggiormente sulla necessità di educare all’ascolto gli adulti di adesso… E magari aggiungere qualche sedia in più al prossimo concerto in piazza.

Foto in evidenza: Gianluca Platania per MITO SettembreMusica

A cura di Ramona Bustiuc

COLLISIONI – presentata la quindicesima edizione del festival agrirock

Un festival per i giovani: Geolier, Lazza e Sfera Ebbasta sono le punte di diamante di un evento musicale che, con oltre 40.000 spettatori nelle scorse edizioni, unisce cultura e intrattenimento con un approccio moderno e glocal.

Martedì 20 giugno si è tenuta la conferenza stampa della prossima edizione di Collisioni Festival nella Sala Trasparenza del Grattacielo della Regione. A tenere le fila della discussione è stato il direttore artistico Filippo Taricco che, da subito, ha sottolineato la volontà di dedicare ai più giovani l’intero evento. La demografica dei presenti in sala tuttavia non era dello stesso parere, vista l’assoluta assenza di under 30; ed è stato lo stesso Taricco, scegliendo di omettere del tutto la presentazione del cast, a ironizzare: «Tanto in questa sala siete tutti vecchi, non conoscete nessuno di questi nomi e pensate solo al buffet». Per fortuna, però, la programmazione delle serate mantiene la promessa.

In piazza Medford il 7, l’8 e il 9 luglio la città di Alba ospiterà alcuni tra gli artisti più apprezzati della scena musicale italiana attuale. Dall’attesissimo Lazza a Sethu, il festival conferma nuovamente una line up contemporanea che negli ultimi anni lo ha contraddistinto e ringiovanito.

Un pensiero anche per i più nostalgici e per la vecchia generazione per i quali Collisioni ha previsto l’unica data piemontese degli Articolo 31, domenica 9 luglio e l’esibizione di Checco Zalone, domenica 16 luglio. Da quest’anno, grazie ai fondi della compagnia SanPaolo, il festival espande il suo intervento con la riqualificazione della zona del Parco Tanaro e la creazione di un palco permanente da lasciare in eredità: «Perché i giovani di oggi non siano costretti a sopportare la fatica e le tribolazioni che abbiamo subito quando abbiamo creato Collisioni» commenta Taricco. Un regalo ai posteri, ma soprattutto alle nuove leve.

Il nuovo spazio pronto all’uso, sarà a disposizione di chiunque voglia creare un evento. Verrà inaugurato il 20 luglio con il concerto di Mr. Rain e utilizzato nuovamente in conclusione del festival, con Diodato il 30 luglio.

COLLISIONI FESTIVAL – PIAZZA MEDFORD

VENERDÌ 7 LUGLIO
Ernia + Geolier
LAZZA

SABATO 8 LUGLIO
Giuse The Lizia + Sethu + Tony Boy
Shiva
SFERA EBBASTA

DOMENICA 9 LUGLIO
FESTA ANNI 90 con ARTICOLO 31 + DeejayTime

DOMENICA 16 LUGLIO
CHECCO ZALONE – Amore + Iva

COLLISIONI FESTIVAL – ARENA PARCO TANARO

Giovedì 20 LUGLIO
MR RAIN

Domenica 30 LUGLIO
DIODATO

Maggiori informazioni al link: https://www.collisioni.it/

A cura di Aurora Colla

Amour Toujours: presentata la stagione 2024 del Teatro Regio

La nuova Stagione del Teatro Regio ha compiuto il passo prefissato nella precedente: “Amour Toujours” è il titolo della produzione 2023/2024, dedicata in particolar modo a Giacomo Puccini, per festeggiarne il centenario. A spiegare il perché di questa scelta e a presentare le quattordici opere della Stagione, ci hanno pensato nella mattinata del 7 giugno il sindaco Stefano Lo Russo, il sovrintendente Mathieu Jouvin e il nuovo direttore artistico Cristiano Sandri, protagonisti della conferenza tenutasi nel Foyer del Toro. 

Dal 21 settembre 2023 al 4 luglio 2024 il Teatro Regio ospiterà allestimenti importanti – otto sono i nuovi – ma vedrà anche il ritorno di interpreti che abbiamo già conosciuto durante la Stagione 2022/2023, (come Mariangela Sicilia, Donna Elvira e Riccardo Zanellato, Il Commendatore, dal Don Giovanni). Altro grande ritorno sul palcoscenico del Regio, questa volta con Un ballo in maschera, sarà anche quello del direttore Riccardo Muti. A fianco di titoli già conosciuti, come La bohème (con il contributo di Reale Mutua), ci saranno quelli più ‘di nicchia’, come La rondine (con il sostegno di Italgas; direttore d’orchestra Francesco Lanzillotta, già presente alla Norma nella scorsa stagione), e persino prime esecuzioni a Torino – con Un mari à la porte, di  Jacques Offenbach (operetta in un atto) – e in Italia – con The tender Land, di Aaron Copland (opera in tre atti). Entrambi gli allestimenti saranno presentati in lingua originale, così come lo sarà anche Der fliegende Holländer (L’Olandese volante), di Richard Wagner

dalla Cartella Stampa del Teatro Regio, il nuovo logo

Il Regio non perde occasione di mantenere gli impegni presi nell’anno di piena pandemia da Covid-19, tanto che Mathieu Jouvin precisa che nella nuova Stagione sarà presente anche un titolo che doveva essere allestito in precedenza: Don Pasquale, di Gaetano Donizetti. Non manca lo sguardo rivolto al balletto: tra le produzioni anche La bella addormentata, di Marcia Haydeé – balletto in tre atti basato sulla fiaba di Perrault, con musica di Čajkovskij – che vedrà sul palco solisti e corpo di ballo del Balletto Nazionale di Praga; Don Chisciotte, su libretto di Marius Petipa – balletto in tre atti, tratto dall’omonimo libro di Cervantes –, con il corpo di ballo del Balletto dell’Opera di Kiev; e Le villi, su libretto di Ferdinando Fontana, a richiamare un’altra opera, Giselle. Ad aprire la stagione del balletto nel nuovo anno, però, sarà Roberto Bolle and Friends, a gennaio 2024. 

La prima e l’ultima produzione sono, tuttavia, le più particolari: ad aprire la Stagione 2024 sarà La Juive (l’ebrea), di Halévy Scribe, con regia di Stefano Poda, già scritturato per Turandot nell’allestimento 2021/2022 – partner di quest’anno sarà Intesa San Paolo –, mentre a chiuderla sarà il trittico Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, a suggellare questo cartellone all’insegna dell’amore. Stagione che, come detto poc’anzi, si aprirà con un’opera francese, così come lo è il titolo della stessa: “Amour Toujours”, a riprendere – parole di Jouvin – la canzone di Gigi d’Agostino, il dj torinese che (paradossalmente) ha dato l’idea di un’unione tra due paesi, l’Italia e la Francia.

Il nuovo inizio del Teatro Regio è dimostrato anche dal logo che, in occasione del cinquantenario, coglie lo spunto per rinnovarsi. Infatti, il toro – che la faceva da padrone – ora condivide il posto con una musa, che a sua volta tiene una lira tra le mani come simbolo del legame tra la città di Torino e la musica. I tre elementi sembrano protrarsi in avanti, in una corsa verso il futuro, che richiama sempre e comunque al passato: il disegno è stato realizzato da Undesign Agency a partire da un bozzetto originale e inedito di Carlo Mollino, originariamente pensato per il pavimento del Teatro. 

A completare la Stagione i concerti 2023/2024: dodici appuntamenti, otto con l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche del Teatro Regio e quattro con la Filarmonica TRT, che nel 2024 compirà vent’anni. Ad aprire la Stagione sarà il direttore russo Timur Zangiev; a seguire, salirà sul podio dell’orchestra Nathalie Stutzmann, per il concerto del 25 novembre. Il periodo pasquale vedrà protagonisti il Salve Regina e lo Stabat Mater, diretti da Claudio Fenoglio, e Vetrate di chiesa e Requiem (di Cherubini), diretti da Diego Ceretta. Agli appuntamenti con la Filarmonica TRT saranno presenti il direttore Felix Mildenberg, con la Sinfonia n. 4 di Gustav Mahler, Yutaka Sado, a dirigere la Sinfonia n. 4 di Anton Bruckner e la direttrice sudcoreana Kim Eun-sun, che si cimenterà con Johannes Brahms. Non mancherà nemmeno il consueto appuntamento con il cinema e le colonne sonore, affidate a Timothy Brock: in programma la proiezione con colonna sonora eseguita dal vivo di The Great Dictator, con regia di Charlie Chaplin

A cura di Chiara Vecchiato

TOdays: presentata la nuova edizione del festival

121 artisti nazionali e internazionali, 12 band da 29 diversi paesi nel mondo, delle quali 8 in esclusiva nazionale e 9 per la prima volta a Torino. Sono queste le premesse della nona edizione del TOdays, il festival torinese in programma dal 25 al 27 agosto a sPAZIO211 e in hub culturali sparsi per la città, come il Mercato Centrale di Porta Palazzo e Cascina Marchesa.

Martedì 6 giugno proprio a Cascina Marchesa si è tenuta la conferenza stampa per presentare la nuova edizione del festival. A presentare gli artisti che saliranno sul palco ci hanno pensato Alessandro Isaia, Segretario Generale di Fondazione per la Cultura Torino, Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura di Torino e Gianluca Gozzi, direttore artistico del festival.

Alessandro Isaia, Rosanna Purchia e Gianluca Gozzi (credits: Martina Caratozzolo)

Lo scopo è quello di promuovere tre giorni di musica al di fuori dall’ordinario, proponendo al pubblico artisti non-mainstream e accrescere la città con una proposta culturale inclusiva e sostenibile. Il direttore artistico Gozzi promette un’edizione per un pubblico transgenerazionale, con la volontà di abbattere ogni genere musicale e sessuale, in quanto vi sarà una rappresentazione femminile altrettanto ricca quanto quella maschile.

I colori scelti per il logo di quest’anno non sono casuali, ma rappresentano i valori che il festival incarna: il rosso, che richiama le emozioni e la passione in continuo divenire e l’argento a cui si associano l’avanguardia, l’innovazione e la modernità.

Il main stage del festival sarà l’open space di sPAZIO211, dove si alterneranno i concerti tra le ore 18.00 e le 24.00 per tutte le tre giornate. Wilco, Verdena e Christine and the Queens sono gli headliner di ciascuna serata, ma la line up è variegata e accontenta ogni gusto.

Il programma e la timetable del festival:

  • Venerdì 25 agosto

18.30 – King Hannah

19.45 – Les Savy Fav

21.05 – Warhaus

22.30 – Wilco

  • Sabato 26 agosto

18.30 – Gilla Band

19.45 – Anna Calvi

21.05 – Sleaford Mods

22.30 – Verdena

  • Domenica 27 agosto

16.00 Enrico Gabrielli in «Le canzonine» con ospiti (all’Auditorium Cecchi Point)

18.30 – Porridge Radio

19.45 – Ibibio Sound Machine

21.05 – L’impératrice

22.30 – Christine And The Queens

Per saperne di più e acquistare i biglietti è possibile consultare il sito ufficiale: http://www.todaysfestival.com/.

A cura di Martina Caratozzolo