A presiedere la serata dal podio dell’arturico nonché toscaniniano Auditorium la sera dell’inaugurazione della nuova stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il direttore principale James Conlon, lanciatosi prima nell’ouverture Egmont di Ludwig van Beethoven, poi nel Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra di Felix Mendelssohn e infine nella Sinfonia n. 5 di Dmitri Šostakovič.
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I Pescatori di Perle al Teatro Regio
Prima rappresentazione in cartellone della la stagione 2019/2020: il teatro Regio ritorna, dopo sessant’anni esatti dalla sua prima apparizione sul palco torinese, a riallestire la famosa, quanto controversa, opera di Georges Bizet Les pêcheurs de perles, in lingua francese nella versione originale del 1863.
Continua la lettura di I Pescatori di Perle al Teatro RegioAchille Lauro @ Teatro Della Concordia
È il 20 Luglio del ’69 e la luna è il Teatro della Concordia di Venaria Reale dove, l’11 ottobre, si è consumata la follia di paillettes di Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro, e la sua band, che ha tracciato una linea ideale, immancabilmente costellata di borchie e di glitter, che unisce il 1920 al 2019, lo swing alla trap, il rock ‘n’ roll alla dance, il punk alla samba.
Nel caldo soffocante della sala, dal quale le fortunate prime file vengono alleviate grazie continuo lancio d’acqua dalle bottigliette di Achille e del fidato chitarrista e produttore Boss Doms, le età, i gusti musicali e l’estrazione sociale del pubblico creano un’ interessante platea, variegata sotto tutti i punti di vista: oltre a bambini e adolescenti, prontamente accompagnati dai genitori, non mancano, infatti, ventenni, trentenni, quarantenni.
Il target del Rolls Royce Tour sembra dunque creare una copiosa distanza dall’ Achille Lauro di Ragazzi Madre e Pour L’Amour, quest’ultimo di appena un anno fa, la cui partecipazione alla 69° edizione del Festival di Sanremo ha definitivamente lanciato sul grande mercato, moltiplicando, e modificando, anche il suo pubblico.
Ma lo sfavillante spettacolo, che volge lo sguardo all’estetica dell’eccesso glam e punk anni ’80, così come alla sregolatezza politically incorrect delle rockstar degli anni ’70, senza mai perdere di vista il cuore del figura di Achille Lauro, ragazzino delle periferie degradate che sogna una vita di follia e denaro, tra scintille, fumo e stage diving, mette d’accordo i fan vecchi e nuovi.
Nonostante la sua personalità esplosiva e la sua natura di animale da palcoscenico, Lauro dà spazio anche alla sua band, valorizzata in momenti di improvvisazione e assoli, da cui emerge un’eccellente, affatto scontata, abilità tecnica fondamentale per la buona riuscita dei brani, tutti rigorosamente suonati dal vivo e, spesso, riarrangiati (impossibile non menzionare l’inaspettata versione swing anni ’20 di “Bvlgari“) .
Si salta, anche letteralmente, dalla samba in salsa trap di “Amore mi” al punk-rock di “Delinquente“, passando per “La bella e la bestia” con protagonisti pianoforte e voce, fino alle sonorità rock ‘n’ roll di “Cadillac“, con cui Lauro, Boss Doms e gli altri hanno fatto il loro ingresso sul palco, dopo Mattway & Uzi Lvke e Joey in apertura e un dj-set di benvenuto di Göw Trïbe.
Dall’ Achille Lauro del Rolls Royce Tour 2019, emerge un’evoluzione non solo dal punto di vista del crescente successo commerciale ma, soprattutto, da quello musicale: pur mantenendo una continuità con i primi lavori, nei testi, nei messaggi, nella persona di Lauro stesso, è tuttavia sempre più chiara la volontà di crescere, assorbire idee e sonorità dal passato e dal presente e di portare avanti uno show a tutto tondo.
Achille Lauro è musica, ma è anche pop culture, estetica, intrattenimento, eccesso.
Opera Off: La traviata
Uno scandaloso amore, quello della Traviata. Opera scritta nel 1853, pensata da Giuseppe Verdi in meno di un anno ebbe una storia travagliata e discussa dagli storici e dai critici. Qui si commenta la versione allestita per il primo appuntamento in calendario della stagione OPERA OFF.
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‘‘Geografie’’ si chiama la tredicesima edizione di MiTo Settembre Musica. Quest’anno il festival ha offerto al suo pubblico un viaggio musicale che attraversa nazioni e territori con oltre 128 concerti distribuiti tra Milano e Torino. Era dedicato alla musica folkloristica dei Balcani l’appuntamento di mercoledì 18 settembre al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. ‘‘Balcani Aumentati’’ attraversa un lungo viaggio sonoro, scavando a fondo nelle particolari melodie del folklore albanese, croato, kossovo, ungherese e ceco.
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A concludere una stagione operistica caratterizzata da un attento sguardo al classico e al popolare (ne è prova la celebre trilogia verdiana, rappresentata in apertura) è un’opera americana, Porgy and Bess, firmata dai fratelli Ira e George Gershwin. La scelta di portare sul palco del Regio un’opera del repertorio moderno (per sonorità, ambientazione e tematiche) completa così un arco panoramico, destando la curiosità anche del melomane più legato ai classici.
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K-Way,
occhiali da sole neri, intimismo e attitudine indie incontrano folla
urlante di giovani, meno giovani e giovanissimi: l’attrito
fa
scintille, fa Flavio Pardini
in
arte
Gazzelle,
martedì
scorso, al
Flowers Festival
2019.
Nonostante
non sia ormai più negabile la svolta mainstream dell’indie italiano,
che riempie palazzetti e arene, assistere a questo contrasto
dal vivo, ha tutto un altro sapore.
Woody Allen alla Scala
Tra le molte iniziative del Teatro alla Scala c’è Progetto Accademia, ossia l’inserimento in cartellone di produzioni operistiche realizzate quasi interamente dagli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala, a contatto per le prime volte con una esperienza formativa sul campo. Quasi interamente perché i giovani sono coadiuvati da professionisti e nomi celebri nel campo dell’opera e non solo, come, quest’anno, Woody Allen.
Continua la lettura di Woody Allen alla ScalaLa magia della musica: ultimo concerto dell’OFT
Siamo arrivati all’ultimo appuntamento dell’OFT Airlines, stagione concertistica 2018-2019 dell’Orchestra Filarmonica di Torino. Il decimo volo, tenuto l’11 giugno al Conservatorio Giuseppe Verdi, ha previsto una destinazione molto particolare chiamata «Magia». L’elemento magico di questo concerto permette di tornare bambini, tramite fiabe, esperimenti e sorprese che solo l’illusione della musica può creare.
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Sfumano le ultime note di “Folsom Prison Blues” di Johnny Cash e si perdono nel chiacchiericcio di un particolarmente gremito Lambìc, la sera dello scorso 20 giugno, in attesa dell’inizio di un’interessante lineup: in apertura il giovane Davide Viberti, cantautore emergente, poi il folk americano-piemontese dei Calembour.
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