Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa in scena al Teatro Regio di Torino lo scorso 15 gennaio.
Il titolo dell’opera – che pure sostituisce Il flauto magico di Mozart- soddisfa le aspettative del pubblico, che riempie la platea e assiste divertito e coinvolto dalla comicità dai toni buffi ed equivocanti su cui lo spettacolo si fonda.
Sono
state molte le donne frutto del genio poetico che hanno popolato l’immaginario
collettivo occidentale. Sicuramente una fra queste è Carmen di Bizet, tratta
dalla novella di Prosper Mérimée. Al Teatro Regio di Torino, sotto la direzione
di GiacomoSagripanti, questo personaggio ritorna con la sua intensa
drammaticità ad affascinare gli spettatori.
Damnation de Carmen è una rappresentazione teatrale della Tragédie de Carmen, opera-film del regista Peter Brook e del compositore Marius Constant, elaborazione a sua volta cinematografico-musicale della celebre Carmen di Bizet. Questa intricata vicenda di realizzazioni conferma lo spirito intraprendente della direzione artistica dell’Impresa lirica Tamagno, che sceglie come soggetto per il suo quarto appuntamento operistico una diversa prospettiva su una delle donne più famose al mondo.
Una prima apprezzatissima quella di Tosca, andata in scena al Teatro Regio di Torino il 15 ottobre: il pubblico in fervore ha abbandonato la sala soltanto dopo uno scrosciante applauso di circa dieci minuti.
Prima rappresentazione in cartellone della la stagione 2019/2020: il teatro Regio ritorna, dopo sessant’anni esatti dalla sua prima apparizione sul palco torinese, a riallestire la famosa, quanto controversa, opera di Georges Bizet Les pêcheurs de perles, in lingua francese nella versione originale del 1863.
Uno scandaloso amore, quello della Traviata. Opera scritta nel 1853, pensata da Giuseppe Verdi in meno di un anno ebbe una storia travagliata e discussa dagli storici e dai critici. Qui si commenta la versione allestita per il primo appuntamento in calendario della stagione OPERA OFF.
A concludere una stagione operistica caratterizzata da un attento sguardo al classico e al popolare (ne è prova la celebre trilogia verdiana, rappresentata in apertura) è un’opera americana, Porgy and Bess, firmata dai fratelli Ira e George Gershwin. La scelta di portare sul palco del Regio un’opera del repertorio moderno (per sonorità, ambientazione e tematiche) completa così un arco panoramico, destando la curiosità anche del melomane più legato ai classici.
Tra le molte iniziative del Teatro alla Scala c’è Progetto Accademia, ossia l’inserimento in cartellone di produzioni operistiche realizzate quasi interamente dagli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala, a contatto per le prime volte con una esperienza formativa sul campo. Quasi interamente perché i giovani sono coadiuvati da professionisti e nomi celebri nel campo dell’opera e non solo, come, quest’anno, Woody Allen.
La prossima del Teatro Regio
sarà una stagione particolarmente ricca. Ben diciassette titoli (un record) distribuiti
tra opere italiane, francesi, tedesche, balletti, musical, opere-non-opere, opere
celebri, opere meno celebri, persino una prima assoluta per l’Italia. E in
tutto ciò c’è pure qualche nome interessante, tra registi, cantanti e direttori
d’orchestra. C’è insomma di che farsi venire l’acquolina.
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