Sfumano le ultime note di “Folsom Prison Blues” di Johnny Cash e si perdono nel chiacchiericcio di un particolarmente gremito Lambìc, la sera dello scorso 20 giugno, in attesa dell’inizio di un’interessante lineup: in apertura il giovane Davide Viberti, cantautore emergente, poi il folk americano-piemontese dei Calembour.
La voce un po’ tremante e la visibile emozione, non impediscono a Davide Viberti e alla sua chitarra di catturare anche gli avventori pù distratti, con la sua vocalità dolce e graffiante accompagnata da una chitarra avvolgente e ben ritmata.
Se è vero che i nomi che subito saltano all’orecchio sono quelli di cantautori pop quali James Blunt o, ancora di più, Ed Sheeran, è altrettanto vero che Davide Viberti proprone un’alternativa tutta italiana. Lodevole la scelta di scrivere in italiano e non cadere nel comune errore di rifugiarsi nell’inglese per risultare più appetibile al pubblico e sfuggire dalla banalità; scelta che porta a brani come “Scomodo“, decisamente il più forte e originale dell’esibizione.
Da Via Agudio 46 alla provincia americana: arrivano sul palco i Calembour e con loro un’energica e calda atmosfera folk, evidenziata dall’inconfondibile suono del banjo, che fin dai primi brani si afferma come strumento cardine nel quartetto e che è protagonista di notevoli momenti solistici.
Chitarra, contrabbasso e tastiera sono ben intrecciati e amalgamati da una voce profonda e suggestiva di quel filone di recente successo che vede la canzonetradizionale americana incontrare il nuovo folk di Lumineers e Mumford and Sons.
Non c’è dubbio che i Calembour sappiano stare sul palco e animare l’atmosfera della serata e coinvolgere il pubblico, e che l’affiatamento tra i membri sia tale da poter tavolta improvvisare e non perdere neanche un colpo: sono questi gli ingredienti di un progetto vincente, che può vantare, meritatamente, un migliaio di ascolti mensili su Spotify e un buon numero di brani originali, ognuno con una diversa identità tematica e sonora, seppur inscrivibili in uno stile piuttosto omogeneo.
Saranno stati i dolci effluvi della birra artigianale del Lambìc, sarà stata l’esplosiva performance dei Calembour, ma il pubblico non si è risparmiato né nei fragorosi applausi a fine concerto, né nell’acquisto del merchandising della band.
Per chi fosse interessato, trovate i Calembour al Golf Club di Grugliasco questo Venerdì.