La sala concerti del Conservatorio «G. Verdi» di Torino è considerata un luogo composto, in cui vige una sorta di sacralità. Il 6 dicembre 2023 qualcosa è cambiato: il controtenore Jakub Jòzef Orliński, accompagnato dall’orchestra Il Pomo d’Oro, ha portato in scena non solo un concerto di musica barocca, ma un vero e proprio «show» come lui stesso l’ha definito. Beyond – che tradotto significa “oltre” – vuole proprio essere la dimostrazione che la musica barocca vada oltre i tempi e, quindi, sia sempre attuale.
Protagonista indiscusso della serata è stato, appunto, il controtenore polacco Jakub Jòzef Orliński che, diplomatosi alla Juillard School di New York nel 2017, è riconosciuto come uno degli interpreti più vivaci e attivi della scena musicale classica internazionale, si è affermato sia nelle esecuzioni live sia in studio. Inoltre è un grande appassionato di danza. Egli stesso avverte un collegamento tra la musica barocca e la breakdance: entrambe rappresentano la libertà di espressione e aiutano a trovare l’equilibrio psicofisico. Inaspettatamente ha voluto condividere questa passione mercoledì sera con il suo pubblico, abbinando la danza all’esecuzione di La certezza di tua fede da Antonino e Pompeiano di Sartorio. L’orchestra Il Pomo d’Oro, fondata nel 2012, si è presto affermata come un ensemble di qualità eccezionale nel campo dell’esecuzione storicamente informata. La collaborazione tra Orliński e l’orchestra nasce nella stagione 2020-2021 per concerti in Nord Europa con una selezione dall’album Facce d’amore. Negli anni la collaborazione è proseguita, arrivando a grandi successi come il premio Opus Klassik per l’album Anima Sacra, fino ad oggi con l’album Beyond.
La chimica tra il cantante e l’orchestra si è percepita fin dalle prime note: non sono mancati sguardi e sorrisi tra di loro. A sottolineare quest’affinità gli abiti che, avendo lo stesso colore e ricamo, creavano ancora più armonia sul palco.
Il pubblico era attento alle parole, ai gesti e alle espressioni del cantante che si è esibito con una teatralità affatto stucchevole. Per creare sempre più contatto con gli spettatori, durante l’esecuzione della Sonata per 2 violini in fa maggiore di Johann Kaspar Kerll, il controtenore, tenendo in mano la luce posizionata al centro del palco, è sceso in platea. Ha girato tra le poltrone e da qui ha iniziato a cantare L’amante consolato da Cantate, ariette e duetti op. 2 di Barbara Strozzi, generando commozione e incanto. Molto apprezzata è stata la sua cura per la dizione: si riusciva a seguire e capire ogni parola senza leggere il testo. Orliński ha riservato grande attenzione anche alla sua immagine. Voleva apparire moderno e assolutamente non composto… e ci è riuscito abilmente. Riguardo propriamente ai suoi abiti, il cantante ha fatto un uso molto saggio di un capo in particolare: il mantello. In alcuni momenti era il soggetto con cui dialogava e ballava, mentre in Quanto più la donna invecchia – Son vecchia, pazienza da L’Adamiro di Giovanni Cesare Netti l’ha utilizzato per immedesimarsi anche visivamente in un’anziana signora.
Il pubblico ha capito fin da subito il messaggio trasmesso dai musicisti: andare oltre il classico concerto si può e, nonostante il target d’età presente, lo spettacolo è stato accolto molto positivamente. Alla fine la sala rimbombava di applausi e complimenti, e dalla grande approvazione non è mancata la standing ovation. Contagiati da questo entusiasmo i musicisti, pur mantenendo la concentrazione, hanno eseguito più rilassati tre bis: Chi scherza con amor da Eliogabalo di Giovanni Antonio Boretti, Lucidissima face da La Calisto di Francesco Cavalli, Che m’ami ti prega da Nerone di Giuseppe Maria Orlandini, tutti e tre presenti nel loro album Facce d’amore. L’atmosfera creata era più divertita, sembrava di essere ad una serata tra amici. È stato coinvolto anche il pubblico, improvvisando un duetto con il cantante, il quale ha dato sfoggio della sua grande estensione vocale, toccando note molto basse e molto alte. In conclusione hanno replicato La certezza di tua fede da Antonino e Pompeiano di Sartorio. Orlinski ha inaspettatamente accompagnato l’assolo di chitarra con il beatbox, generando stupore e curiosità negli ascoltatori, e infine ha nuovamente ballato, suscitando un grande visibilio nel pubblico.
Non solo musica barocca, quindi, ma uno spettacolo davvero originale e coinvolgente che va ‘‘oltre’’ le aspettative di un concerto di musica classica.
A cura di Roberta Durazzi