Tutti gli articoli di Maurizio Minazzi

Donda

Donda è finalmente qui, l’attesissimo decimo album di Kanye West è stato pubblicato domenica 29 agosto dopo una lunga campagna pubblicitaria, 3 listening sessions in pubblico ma soprattutto scandali e continui ritardi. Nulla di nuovo per Ye (ah sì, ora vorrebbe anche cambiare nome e farsi chiamare così). Dopo Yandhi, album mai pubblicato, e Jesus Is King, incentrato sulla fede del rapper, Kanye aveva annunciato l’uscita di Donda per luglio 2020, ma per circa un anno non se ne è saputo più nulla. Solamente a inizio estate 2021, in uno spot pubblicitario è comparso il brano “No Child Left Behind”, con l’annuncio di un listening event il 22 luglio al Mercedes Benz Stadium di Atlanta, dove Kanye ha annunciato che il disco sarebbe uscito quel giorno (cosa che ovviamente non è successa ma, ancora, nulla di nuovo). Dopo essersi trasferito dentro allo stadio per poter lavorare meglio, Kanye ha spostato la data al 5 agosto, data del secondo listening event ma (senza sorprendere nessuno ormai) l’album non è uscito quel giorno. L’uscita è stata ancora spostata al 27 agosto, giorno successivo al listening event di Chicago, sua città natale, ma ovviamente non è stato così. Finalmente, domenica 29 l’album è stato pubblicato con una semplicissima cover nera ma non senza un ultimo scandalo: in un post su Instagram Kanye ha annunciato che l’album è stato pubblicato da Universal a sua insaputa, seminando il panico tra i fan, perché – conoscendo con chi abbiamo a che fare – si temeva che l’album venisse rimosso dai vari servizi di streaming, cosa che per fortuna non è successa.

Ma l’album in sé, com’è? Vista la campagna pubblicitaria e quello che Kanye ha inscenato nei vari eventi (è letteralmente fluttuato via dal primo show, ha ricreato il suo matrimonio e una copia della sua casa d’infanzia all’interno dello stadio), non poteva di certo essere un flop e in effetti così non è stato. Donda sembra quasi tirare le somme della carriera di Kanye in tutta la sua varietà: ci sono beat che sembrano essere usciti da Graduation (“Believe What I Say” o “New Again”) ma anche vere e proprie bangers al passo coi tempi come “Off the Grid”; “Moon” sembra arrivare da My Beautiful Dark Twisted Fantasy, “Hurricane” ricorda quasi il synth pop di 808s & Heartbreaks e tornano a farsi sentire sonorità di Yeezus, The Life of Pablo ma anche il gospel di Jesus Is King, che funziona benissimo in un disco dove sono parecchio presenti temi come fede e spiritualità. Altre tematiche trattate sono ovviamente la madre Donda West, a cui è dedicato il disco, scomparsa nel 2007 e di cui compaiono diverse registrazioni nell’album o il recente divorzio con Kim Kardashian (“Lord I Need You”). Tornano vecchi collaboratori tra cui il produttore Mike Dean, The Weeknd, Travis Scott, Kid Cudi, Playboi Carti ma soprattutto Jay-Z, dopo che i due si erano allontanati per anni, mentre nuove collaborazioni come Marylin Manson e Dababy hanno fatto molto parlare di sé, dato che entrambi sono stati al centro di diversi scandali negli ultimi tempi.

Ancora una volta Kanye è riuscito a far parlare di sé per un motivo o per l’altro, pubblicando un disco sicuramente all’altezza delle aspettative e in sintonia con quanto fatto finora, e ancora una volta non resta che interrogarci su cosa sarà in grado di fare in futuro, visto che ormai sembra non avere limiti.


BLACK MIDI @TODAYS FESTIVAL

Tornare a un concerto dopo più di un anno e mezzo è stata un’esperienza quasi surreale, ma norme anti-Covid e posti a sedere a parte è stato un ritorno a una semi-normalità quasi necessario. E quale miglior modo per tornare alla musica dal vivo se non coi black midi, freschi del secondo album che li ha confermati come uno dei più interessanti gruppi rock degli ultimi 2-3 anni?

Foto: TODAYS Festival

TODAYS Festival, tenutosi allo Spazio 211 dal 26 al 29 agosto, è arrivato alla sesta edizione e quest’anno tra gli artisti vantava nomi come Andrea Laszlo De Simone, I Hate My Village, black midi, Iosonouncane, The Comet Is Coming, Motta e Shame, giusto per citarne alcuni. La serata di venerdì 26 è iniziata con gli I Hate My Village, con un concerto davvero coinvolgente che sicuramente è servito a dare un bel mood alla serata, facendo tornare a provare emozioni ormai dimenticate da mesi e mesi.

Dopo un’intro fatta di feedback e basso distorto i black midi sono partiti in quarta con “953” e “Near DT, MI”, brani del primo album che sono stati suonati con così tanta energia da non far notare la mancanza del secondo chitarrista (attualmente in pausa dal gruppo per motivi personali). Lo stesso discorso vale per quelli dell’ultimo album, Cavalcade, come “John L” o “Slow”, eseguiti senza il reparto di fiati presente nel disco ma comunque di grande impatto. Notevoli inoltre gli inediti come “Sugar/Tzu” e i brani suonati alla chitarra acustica, che insieme alle varie jam, sono stati l’ennesima prova della creatività e delle capacità tecniche del gruppo, fra cui sicuramente spicca quella del batterista Morgan Simpson.

Foto: TODAYS Festival

Davvero uno show impressionante, suonato tutto d’un fiato senza pause o interazioni col pubblico, ma non sono mancati momenti ironici inseriti qua e là subdolamente nei brani, ai quali il gruppo ci ha già abituati in passato (Greep ha suonato il riff di “Sweet Child O’ Mine” durante la prima canzone). Una setlist quasi perfetta se non per la mancanza di “bmbmbm”, brano ormai diventato iconico tra i fan del gruppo.

Come accennato già prima, è stato fantastico poter tornare a un concerto, anche stare in coda al bar non mi è dispiaciuto, tuttavia è un periodo pieno di incertezze e non ci resta che sperare che le cose migliorino il prima possibile, perché vivere uno show del genere pogando a pochi metri dal palco e guardarlo da seduti purtroppo sono due cose diverse.



10 TRA I MIGLIORI ALBUM DELLA SECONDA METÀ DELL’ANNO

Con la seconda metà dell’anno è continuata l’emergenza Covid, ma questo non ha comunque impedito che uscissero parecchi dischi validi: alcuni sono nati proprio a causa di questa situazione, altri parlano proprio di quanto sta accadendo. Così come l’articolo precedente, anche questo ne analizza 10 in ordine sparso, senza fare una classifica.

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TOP 10: SETTEMBRE

I dieci migliori singoli del mese, secondo Musidams.

Can I Believe You – Fleet Foxes

Ritorno col botto per i Fleet Foxes, meno sperimentale e più pop, ma sicuramente non di qualità inferiore. 28/30

Re-Wild – Kelly Lee Owens

Forse il miglior esempio della perfetta sintonia fra dream pop ed elettronica che è Inner Song. 27/30

Blind Youth Industrial Park – METZ

Una buona dose di noise rock a base di basso distorto e chitarre dissonanti non fa mai male. 26/30

Whole New Mess – Angel Olsen

Un arrangiamento ridotto al minimo, solo voce e chitarra lo-fi: semplice ma efficace. 25/30

Rot – Pup

I Pup continuano a dimostrare come sia possibile fare pop punk nel 2020 senza essere banali e scontati. 25/30

                                                                                                     a cura di Maurizio Minazzi

 Maleducata – Achille Lauro 

SÌ. Sì. Un grande, enorme, meraviglioso sì.

28/30 

 Diamonds – Sam Smith 

La bellezza di Sam Smith sta nel sapersi reinventare rimanendo fedele a sé stesso. Well done. 

26/30

YUNGBLUD – god save me, but don’t drown me out

Un po’ 5 seconds of summer, un po’ Sum 41. La voce pop punk della generazione Z. 

25/30 

Courage to Change – Sia

Io su questa canzone un po’ me li immagino gli Avengers lottare contro Thanos in Infinity War. 

25/30

Nuove Strade – Ernia, Gaia, Samurai Jay, Rkomi & Madame 

Tanti nomi, poco impegno. Magari la prossima volta andrà meglio. 

23/30 

                                                                                                          a cura di Ramona Bustiuc

“L’immagine in evidenza è uno screenshot dal video di “Maleducata” – Achille Lauro, Youtube “

10 tra i migliori album della prima metà dell’anno

La prima metà dell’anno, caratterizzata dalla pandemia di Covid-19, è stata sicuramente un periodo difficile per i musicisti di tutto il mondo, che hanno dovuto annullare o posticipare l’attività live. Molti hanno rimediato con dirette sui social per intrattenere i propri fan, altri hanno caricato online di propria iniziativa interi concerti. Nonostante tutto, nella prima metà dell’anno sono usciti diversi dischi interessanti. Questo articolo ne analizza 10 in ordine sparso, senza l’intento di fare una classifica.

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