La prima di ben sei date italiane, quella che, Mercoledì 8 maggio ha portato il rock’ ‘n’ roll indie degli A Giant Dog, in tour europeo, sotto i riflettori bluette del Blah Blah. La band, capeggiata dall’eclettica Sabrina Ellis, si forma undici anni fa nel mondo dell’underground e del grunge di Houston, in Texas, e, ad oggi, con quattro LP alle spalle, irrompe, prepotente, sui palchi italiani, tra sonorità originali e solida presenza scenica.
Una setlist equilibrata ha visto sia brani tratti da Pile, album trampolino che ha permesso alla band di farsi conoscere a livello internazionale, tra cui il cavallo di battaglia “I’ll Come Crashing”, sia dall’ultima pubblicazione, Toy, ad un primo ascolto meno d’impatto rispetto ai precedenti lavori, ma da cui emerge un’evidente maturazione sia nella composizione musicale, che nella scrittura dei testi.
Così come sono certamente innegabili le influenze, dalle sonorità sporche dei più classici rock’ ‘n’ roll e grunge, alle melodie languide dell’indie rock, innegabile è anche l’originalità e la personalità di una band che riesce ad imporsi nel panorama musicale indipendente e a non perdersi e confondersi tra la folla. Un suono tagliente e crudo, unito ad una vocalità lirica e potente alla Florence And The Machine; ed è proprio la cantante, autrice e leader, Sabrina Ellis, a rubare, con grande presa sul pubblico, gran parte della scena.
Si stenta a credere, infatti, quando Sabrina confessa – a fine concerto, nel backstage – della timidezza che ha accompagnato i suoi esordi con la band: la sua ipnotica performance sul palco grida fascino, sicurezza, libertà, anche quando canta la struggente “Survive” ballando in mezzo al pubblico.
Gli A Giant Dog si confermano una promettente realtà dell’indie americano, che si è mostrata capace di crescere e maturare, senza mai perdere l’energia e la passione.