Un nuovo album porta con sé una buona dose di pressione e dei fan da convincere. Lo sa bene Motta, che ha iniziato il tour nei club italiani per presentare l’ultimo lavoro La musica è finita, uscito lo scorso ottobre. Il cantautore toscano ha voluto esprimersi, ancora una volta, nella sua dimensione preferita: il live. Venerdì 10 novembre un Hiroshima Mon Amour sold out lo ha accolto con grande affetto e curiosità.
Il palco si presenta ricco di strumenti, tra synth, basso, chitarre elettriche e acustiche. Lo sfondo è un pannello nero con una grande “M” stilizzata e graffiata. Motta sale sul palco accompagnato dalla sua band: Giorgio Maria Condemi alle chitarre, Francesco Chimenti al basso e al violoncello, Davide Savarese alla batteria e la grande novità di questo tour, ovvero Whitemary ai synth, che riassume al meglio alla sperimentazione elettronica ricercata in La musica è finita.
La scaletta si apre con due brani del nuovo album: un’intima versione al piano di “Anime perse” e successivamente l’energetica “La musica è finita”. Una dinamica di suoni e di emozioni fa da fil rouge al concerto, che risulta un continuo alternarsi di momenti emotivi ed energetici. Motta sul palco si sente a suo agio e si esprime liberamente: salta, si inginocchia, scuote la chioma riccia, incita il pubblico a cantare più forte. In scaletta non mancano alcuni dei brani più apprezzati dei fan, come “Del tempo che passa la felicità” e “Sei bella davvero”, dedicata ad una ragazza transgender. L’ospite della serata è Ginevra che, assieme al cantautore, intona “Maledetta voglia di felicità”, uno dei featuring all’interno del disco.
Motta mostra le sue abilità ritmiche ai tamburi nell’esecuzione di tre brani: “Se continuiamo a correre” – suonata in crescendo –, “Roma Stasera” – in una rabbiosa versione rock – e “Ed è quasi come essere felice”. Dopo aver dato il tutto per tutto, il cantautore si prende l’applauso del pubblico e ringrazia la sua band, annunciando l’ultimo brano in scaletta: “Quello che ancora non c’è”.
Ancora una volta, il cantautore toscano dimostra che la dimensione live è quella che gli si addice meglio. Al contrario di quanto suggerisce il titolo del suo ultimo album, la musica per Motta non finirà finché ad ogni concerto ci metterà così tanta anima e passione. Chi era all’Hiroshima in quella piovosa serata può confermare.
A cura di Martina Caratozzolo