Il ritorno dei panzer tedeschi
Di tanto in tanto si deve avere il coraggio rinnovarsi, resettare le proprie abitudini e iniziare da capo. È proprio quello che ha fatto Tom Angelripper, leader dei Sodom, band che assieme ai Tankard, i Kreator e Destruction costituisce il formidabile poker d’assi del thrash metal tedesco.
Onkel Tom, insoddisfatto della piega melodica intrapresa con Decision Day (2016) ha deciso di rivoluzionare la formazione della band, silurando il chitarrista Bernemann e il batterista Stefan “Husky” Huskens per sostituirli ai rispettivi strumenti con i validi Yorck Segatz e Toni Merkel. Non pago, il frontman ha anche richiamato il vecchio compagno Frank Blackfire, chitarrista che aveva contribuito nei primi anni di attività della band suonando nei capolavori Persecution Mania e Agent Orange. Questo terremoto ha portato nuova linfa creativa in seno alla band che, dopo un paio di ben riusciti EP tra il 2018 e 2019, è giunta a pubblicare Genesis XIX.
Nonostante la rivoluzione in termini line-up, il sound tipico dei Sodom non è stato stravolto bensì riconfermato e rivisitato brillantemente. Angelripper e soci ci regalano dodici brani esplicativi di quello che sanno fare meglio: thrash metal selvaggio e diretto, ulteriormente sporcato da influenze che spaziano indistintamente tra black metal, rock’n’roll in stile Motorhead e punk hardcore. Ne risulta una miscela esplosiva ben calibrata grazie all’esperienza ultratrentennale di Onkel Tom come songwriter e la musica è molto più fresca, coinvolgente e catchy di quanto si potrebbe pensare. Genesis XIX è vario quanto basta e piuttosto ispirato, presentando diverse sorprese che offrono interessanti variazioni sul tema di uno stile già noto, ma mai stantio. Tra gli episodi migliori segnaliamo la titletrack, l’oscuro mid tempo di “Waldo & Pigpen” e la triturante cavalcata di “TheHarpooner”, ma anche il ripescaggio della lingua tedesca nella truce “Nicht mehr mein Land”, oltre alle mine vaganti che prendono il nome di “Euthanasia”, “Friendly Fire”, “Indoctrination”. Ce n’è per tutti i gusti insomma.
Con questo lavoro i Sodom si riconfermano delle macchine da guerra perfettamente oliate. Coerenti e irrimediabilmente fedeli alla linea, il quartetto tedesco sfodera un inaspettato colpo di coda degno dei migliori lavori del proprio passato, dando in pasto ai propri fan l’ennesimo esempio di come si debba suonare thrash metal senza compromessi.