“You want a timeless song, I wanna change the game” (“Tu vuoi una canzone senza tempo, io voglio cambiare il gioco”) canta Dua Lipa nella title track dell’album Future Nostalgia, uscito venerdì 27 marzo – con una settimana di anticipo rispetto alla data prevista a causa del leak dell’intero disco. Versi che sembrano voler anticipare l’improvviso cambio di rotta della cantante.
A tre anni di distanza dal suo debutto internazionale con l’eponimo Dua Lipa, che le ha fatto guadagnare il premio Grammy come Miglior artista esordiente nel 2019, la cantante britannica ha deciso di fare un salto negli anni ’80/’90, cercando però di mantenere uno sguardo al futuro.
Il disco, che si compone di 11 brani, è una lettera d’amore alla musica con la quale Dua è cresciuta: è la dance pop di Madonna e Gwen Stefani, la post-disco di Kylie Minogue e Prince, l’elettronica dei Daft Punk. Lei stessa, parlando dello sviluppo di Future Nostalgia in un’intervista a Metro News UK, ha raccontato:
“Quello che ho voluto fare con questo album è stato uscire dalla mia confort zone e mettermi alla prova, creando dei brani che potessero affiancarsi ad alcune delle mie canzoni pop preferite, mantenendo tuttavia una loro freschezza e unicità. […] Il mio stile è maturato con naturalezza, crescendo, ma ho voluto mantenere la stessa sensibilità del primo disco. ”
Così “Physical” diventa un moderno remake della sensuale “Let’s Get Physical” di Olivia Newton-John; “Hallucinate” sembra un brano uscito dall’indimenticabile Confessions on a Dancefloor di Madonna; “Levitate” strizza l’occhio con ironia alle Spice Girls, mentre “Good in Bed” rende omaggio a “Smile” di Lily Allen. L’intero album è un tributo alla “vecchia scuola” del pop degli ultimi 20 anni del Novecento, quasi a voler ricordare che non bisogna dimenticarsi da dove – e soprattutto da chi – si è partiti. E la critica – ma soprattutto il pubblico – sembra apprezzare questo ritorno alle origini, tanto da considerare Future Nostalgia il miglior disco dell’anno fino ad ora.
Dopotutto, come potrebbe non esserlo? Nella produzione di quest’album, Dua Lipa è stata affiancata da grandi professionisti della musica, che hanno saputo indicarle la giusta strada su cui proseguire: stiamo parlando di nomi come Jeff Bhasker, produttore (fra gli altri) di Kanye West, Jay-Z, Beyonce, Alicia Keys; Ian Kirkpatrick, produttore e autore per Selena Gomez, Jason Derulo, Justin Bieber; Stuart Price, che ha collaborato nella creazione del già citato Confessions on a Dancefloor di Madonna e in quella di Aphrodite di Kylie Minogue. Non c’è da stupirsi quindi se in “Love Again” troviamo il sample di “Your Woman” dei White Town, o se “Break My Heart” – terzo singolo ufficiale estratto dall’album – campiona “Need You Tonight”, hit del gruppo rock australiano INXS.
Con “Boys Will Be Boys”, la cantante sembra ritornare improvvisamente al presente: Dua abbandona bassi e sintetizzatori per preferire una base di archi e pianoforte, su cui canta – questa volta senza il solito velo di ironia che la caratterizza – di mascolinità tossica. Perché “Non è divertente come ridiamo per nascondere la paura/Quando non c’è niente di divertente qui/Istinto malato che ci hanno insegnato/Per non dare di matto”.
È con questo brano conclusivo che Future Nostalgia acquista un senso compiuto: un disco nostalgico, uscito in un periodo in cui dell’allegria e della spensieratezza ne sentiamo certamente la mancanza, ma che vuole ricordarci di non dimenticare noi stessi e il nostro passato, di non trascurare i valori per cui abbiamo sempre lottato e per cui dovremo lottare sicuramente nel futuro.
Immagine in evidenza: foto di https://twitter.com/DUALIPA
Brava ! Bell’ articolo che contribuisce a far conoscere, per chi non riesce a carpire le sfumature citate, una giovane artista che si sta’ imponendo nella scena mondiale.