È davvero una “luce al buio” questo quarto episodio della stagione 2019 del Club to Club, consumatosi
lo scorso 2 novembre e che ha visto svilupparsi, sui due grandi palchi del Lingotto Fiere, un’interessante
lineup degna di quell’idea di avant-pop e sperimentazione che cerca di portare avanti, da anni, il festival.
Dalla prepotente energia e ritmo dei britannici The Comet is Coming con uno scatenato King Shabaka
che fa urlare il suo sassofono dal caratteristico suono ruvido e violento, fino all’atteso dj set di Sophie,
irriverente, esagerato, nella miglior accezione dei termini e particolarmente curato anche dal punto di
vista dell’impianto luci; preceduto dalla stella della trap marocchina Issam, che canta in dialetto darija e
unisce la più tipica estetica trap con cultura e contaminazioni musicali del suo paese d’origine.
Non siamo più sul palco “Light Over Darkness” ma dietro le quinte rosse della Black Lodge di Twin
Peaks, quando appaiono i Chromatics, in un’emozionante e
partecipata ultima tappa di un lungo tour europeo per l’uscita dell’ultimo album Closer to Grey.
Tra i principali headliners della lunga notte di musica, avanguardia e arte, i Chromatics tornano live dopo
cinque anni, con una scaletta velata di una certa nostalgia, che ripercorre la storia musicale della band di
Portland con brani vecchi e nuovi, dall’ultimo album uscito appena ad ottobre, fino a Kill for Love,
passando per Running from the Sun.
Il magnetico fascino della vocalist e chitarrista Ruth Radelet, una Laura Palmer magica e tormentata
dalla vocalità dolce ed eterea, si sposa con l’inconfondibile sound indie elettronico, sempre attorniato da
un’aurea onirica, molto suggestiva ed evocativa anche del sopracitato universo lynchiano: non a caso, i
Chromatics hanno partecipato con “Shadow” alla serie di esibizioni di artisti diversi che chiudevano gli
episodi della terza stagione di Twin Peaks.
Sintetizzatori e vocoder sostengono e ammorbidiscono la ritmica e doppiano le armonie di Ruth, che, a
fine concerto, sola sul palco, regala al pubblico acclamante una personalissima, toccante versione chitarra e voce di “I’m On Fire“.
Complice anche l’aspetto visivo, fondamentale per la riuscita di un festival a tutto tondo come il Club to
Club, con un invidiabile impianto luci e numerosi schermi e maxischermi, i Chromatics non si
smentiscono e portano avanti una precisa e riconoscibile idea estetica, oltre che musicale.
La sincerità e la semplicità della costruzione musicale vanno di pari passo con un universo sognante e
malinconico che ha sicuramente contagiato l’elettrizzato pubblico del festival.